Calabria, seconda per indagati corruzione: allarme Libera.

La Calabria si colloca al secondo posto a livello nazionale per numero di persone indagate per corruzione nel 2025, secondo una ricerca di Libera, l’organizzazione fondata da Don Luigi Ciotti.

Con 141 indagati, la regione segue la Campania, che registra 219 indagati, e precede la Sicilia (98).

All’interno di questo quadro allarmante, tre figure politiche risultano coinvolte nelle indagini.
L’analisi di Libera rivela un panorama ancora più complesso: la Calabria si posiziona al quinto posto in Italia per il numero complessivo di inchieste per corruzione avviate da cinque Procure della Repubblica.

Al primo dicembre, si contano nove inchieste in corso, un dato che sottolinea la pervasività del fenomeno corruttivo nel tessuto regionale.

La Campania guida in questo triste primato con diciotto inchieste, seguita dal Lazio (12), dalla Sicilia (11) e dalla Puglia (10).
Giuseppe Borrello, referente regionale di Libera, sottolinea come questi dati debbano fungere da severo monito.

La corruzione, infatti, non è più solamente un’anomalia isolata, ma rappresenta lo strumento prediletto dalla ‘ndrangheta, organizzazione criminale capace di sfruttare ingenti risorse finanziarie per infiltrarsi e condizionare la vita politica, economica e sociale, non solo in Calabria, ma anche in territori esterni.
Il campanello d’allarme più urgente, però, risiede nei cosiddetti “costi indiretti” della corruzione.

Questi si manifestano in una spirale di inefficienze e disservizi che gravano pesantemente sulla qualità della vita dei cittadini calabresi, già provati da un sistema economico, sociale, sanitario e infrastrutturale intrinsecamente debole.
La corruzione, in questo senso, agisce come un moltiplicatore di fragilità, erodendo il capitale sociale e compromettendo lo sviluppo sostenibile.

La fiducia nelle istituzioni, pilastro fondamentale di una società democratica, ne risente profondamente quando figure di spicco della politica e dell’amministrazione vengono coinvolte in questi procedimenti giudiziari.

La perdita di credibilità, alimentata dalla percezione diffusa di un sistema tracciato dalla corruzione, mina la coesione sociale e ostacola il percorso verso un futuro più equo e trasparente.
È imperativo, dunque, implementare misure preventive e repressive più efficaci, rafforzare i controlli e promuovere una cultura della legalità e della responsabilità a tutti i livelli, per riconquistare la fiducia dei cittadini e liberare la Calabria dal giogo della corruzione.
Un impegno che richiede una collaborazione sinergica tra istituzioni, forze dell’ordine, società civile e cittadini, con l’obiettivo di ricostruire un futuro di opportunità e sviluppo per l’intera regione.

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