Un ingente patrimonio, stimato in quasi un milione di euro, è stato oggetto di un provvedimento di sequestro preventivo da parte dei finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro, in esecuzione di un decreto emesso dal Tribunale di Roma, sezione specializzata in misure di prevenzione, a seguito di una complessa inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia romana.
L’operazione, coordinata e supportata dalle Unità Specializzate dello SCICO e dal Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata (GICO) di Roma, ha interessato beni immobiliari, autoveicoli di lusso e ingenti somme di denaro detenute da cinque individui sospettati di essere persone vicine al clan dei Casamonica.
Il provvedimento di sequestro rappresenta un tassello significativo di un’indagine più ampia, avviata nel 2023, che ha portato all’emissione di 46 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di un’articolata organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, operante nel territorio di Lamezia Terme.
Quest’organizzazione, secondo l’accusa, era gestita da un elemento apicale della cosca lametina, identificato come Giampà.
Il procedimento giudiziario, proseguito con un rito abbreviato, ha visto l’irrogazione di 32 condanne, consolidando l’imputazione di gravi reati in capo ai membri dell’associazione.
I cinque individui soggetti al provvedimento di sequestro sono emersi nel corso dell’indagine come figure cruciali, identificati come fornitori di ingenti quantitativi di droga destinati al gruppo criminale con sede a Lamezia Terme.
La loro posizione all’interno della filiera criminale è stata determinante per la ricostruzione dei flussi finanziari illeciti che hanno permesso l’accumulo del patrimonio ora sequestrato.
Il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro sulla base di approfondite indagini economico-patrimoniali, condotte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme e coordinate dalla DDA romana.
Queste indagini hanno rilevato una significativa discordanza tra il valore dei beni detenuti e i redditi dichiarati dai soggetti coinvolti, suggerendo una provenienza illecita dei fondi.
L’operazione evidenzia come la sofisticata attività di infiltrazione mafiosa si manifesti attraverso la gestione occulta di risorse finanziarie, spesso mascherate dietro attività apparentemente legali.
Il provvedimento di sequestro rappresenta un importante successo nella lotta alla criminalità organizzata e un segnale di come le indagini patrimoniali siano strumenti fondamentali per colpire i patrimoni illeciti accumulati dai clan e dai loro affiliati.
L’azione mira a restituire alla collettività risorse che sono state sottratte attraverso attività criminali, interrompendo così la capacità di questi soggetti di reinvestire tali risorse in ulteriori attività illegali.







