L’investimento pubblico in infrastrutture e il sostegno all’iniziativa industriale rappresentano due facce della stessa medaglia, ma richiedono valutazioni strategiche distinte e complementari.
Mentre le infrastrutture pubbliche costituiscono un pilastro fondamentale per lo sviluppo economico di ogni nazione, garantendo la connettività e la mobilità di persone e merci, le iniziative industriali necessitano di un contesto favorevole, che include, ma non si esaurisce in, la disponibilità di infrastrutture adeguate.
L’allocazione delle risorse pubbliche, soprattutto in contesti complessi come il Sud Italia, si trova spesso a fronteggiare scelte impopolari e polarizzanti.
Il dibattito sul ponte sullo Stretto di Messina ne è un esempio emblematico.
Sebbene l’opera possa generare un’immagine di modernità e progresso, la sua realizzazione solleva interrogativi cruciali riguardo all’efficacia e all’equità degli investimenti.
La questione non è tanto se il ponte sia tecnicamente realizzabile, ma se sia economicamente giustificabile.
Un’analisi rigorosa e indipendente dei costi e dei benefici, cosa che finora è mancata, è essenziale per garantire che le risorse pubbliche siano impiegate in modo ottimale.
Le valutazioni effettuate dagli enti coinvolgiti nella realizzazione dell’opera sono inevitabilmente soggette a pregiudizi, rendendo difficile una valutazione obiettiva.
La priorità dovrebbe invece concentrarsi sul consolidamento e l’ammodernamento delle infrastrutture esistenti, spesso trascurate a favore di progetti simbolici.
Ciò include la riqualificazione delle reti stradali e ferroviarie locali, soprattutto in regioni come Sicilia e Calabria, che presentano criticità strutturali significative.
Il cambiamento climatico aggrava ulteriormente queste fragilità, con l’aumento del rischio di eventi estremi che mettono a dura prova le infrastrutture idriche e viarie.
L’investimento in reti idriche efficienti e resilienti, capaci di affrontare le sfide legate alla siccità e alle alluvioni, è altrettanto cruciale per la sostenibilità a lungo termine del territorio.
L’approccio ideale non esclude la possibilità di realizzare opere iconiche come il ponte sullo Stretto, ma impone una gerarchia di priorità basata su criteri di efficienza, equità e sostenibilità, con un’attenzione particolare ai bisogni reali delle comunità locali e alla loro capacità di beneficiare degli investimenti pubblici.
La visione strategica deve guardare oltre la realizzazione di un’opera singola, abbracciando una prospettiva di sviluppo integrato e resiliente per l’intero territorio.






