Riace-Gaza: Un Ponte di Pace tra Macerie e Speranza

Un gemellaggio tra Riace e Gaza non costituisce una minaccia alla sicurezza nazionale, bensì un atto di riconciliazione, un ponte fragile ma essenziale che si erge sulle macerie lasciate dalla guerra e dalla sofferenza.
È una sfida coraggiosa al silenzio assordante che spesso avvolge le tragedie umane, un rifiuto della complicità passiva di fronte all’odio, alla barbarie, e alle manifestazioni estreme della violenza.

Si tratta di una rivendicazione del diritto all’amore, alla solidarietà, all’umanità, in contrapposizione all’arroganza di chi pretende di risolvere i conflitti con la forza, ignorando i principi fondamentali del diritto internazionale e della dignità umana.
La decisione del governo, che ha espresso un parere negativo al gemellaggio, suscita profonda amarezza e solleva interrogativi cruciali sulla libertà di azione degli enti locali e sul rispetto dei valori costituzionali.

Come sottolinea Mimmo Lucano nella sua lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, questa azione sembra contraria allo spirito della Costituzione italiana, che promuove l’apertura al mondo e la solidarietà tra i popoli.

L’incontro virtuale, durante il quale il sindaco di Gaza, Yahya al Sarraj, ha partecipato in videoconferenza, ha rappresentato un momento di forte significato emotivo.
Il sindaco Sarraj, nonostante le accuse infondate che lo vedono legato all’organizzazione Hamas – accuse che egli stesso ha ripetutamente e pubblicamente smentito – ha espresso la profonda gratitudine della popolazione di Gaza per la perseveranza di Mimmo Lucano e per la determinazione con cui ha difeso il gemellaggio.

Ha descritto, con parole intense, le condizioni di vita disumane che i palestinesi di Gaza sono costretti a sopportare, un quadro di privazioni, paura e costante minaccia.
Il gemellaggio non è un mero atto simbolico; è un impegno concreto alla costruzione di un futuro di pace e di comprensione reciproca.
È un’opportunità per Riace, comunità simbolo di accoglienza e di reinserimento, di condividere la propria esperienza di resilienza e di convivenza con persone provenienti da culture diverse.
È un modo per dare voce a chi non ne ha, per denunciare le ingiustizie e per promuovere un modello di società basato sui diritti umani e sulla solidarietà.
La decisione governativa, pertanto, non può essere interpretata se non come un segnale di chiusura e di timore nei confronti di un mondo che cambia, un mondo in cui i confini appaiono sempre più labili e la necessità di costruire ponti, anziché muri, è più urgente che mai.

Il ruolo del Presidente della Repubblica, come garante della Costituzione e custode dei valori fondanti della Repubblica, è ora cruciale per assicurare che il diritto all’autonomia degli enti locali sia rispettato e che lo spirito di accoglienza e di solidarietà che ha sempre contraddistinto l’Italia non venga soffocato da logiche ideologiche e da calcoli politici.
Il gemellaggio tra Riace e Gaza, al di là di ogni contingenze, resta un simbolo potente di speranza e di impegno civile.

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