L’indagine internazionale contro la rete criminale dell’uomo, identificato come Mustafa, era iniziata mesi fa con il supporto di Europol ed era stata condotta dai carabinieri dell’Unità Centrale Antisommossa e Specializzata (UCARS) insieme alla polizia turca. L’imputato, che rischia un massimo di 22 anni e mezzo di carcere per i reati associati alla tratta degli esseri umani, è stato arrestato all’alba nella zona residenziale dell’elitaria Istanbul, Beyoğlu. Il suo arresto è avvenuto grazie alle informazioni acquisite dai carabinieri delle varie procure che hanno partecipato allo scorso maggio al convegno internazionale contro la tratta degli esseri umani a Roma.Il fermo dell’indagato, un 37enne originario di una città di provincia del sud della Turchia ma residente in Italia da alcuni anni e titolare di un’attività di importazione- esportazione di merci, è avvenuto anche grazie all’analisi dei dati forniti dall’Istituto Polacco di Informazioni e Sicurezza (PBiIS) sulla rete criminale operante in tutta l’ex Jugoslavia.Secondo quanto emerso dalle indagini, Mustafa e la sua banda avrebbero trafficato oltre 100 migranti provenienti dalla Bosnia Erzegovina, dall’Albania, dalla Grecia, dal Kosovo e da altri Paesi Balcanici nei mesi scorsi attraversando il territorio italiano e raggiungendo i confini con la Svizzera.Per non far sospettare i loro mezzi di trasporto e evitare controlli dei carabinieri delle questure territoriali, gli uomini della banda si alternavano ai volanti del camion e di un furgone in modo da non superare le quaranta ore consecutive in strada.Il traffico ha continuato anche nei mesi più freddi dell’anno scorso. Secondo l’accusa, i passeggeri provenienti dai Paesi del sud-est europeo, erano sbarcati a Napoli o ad Ancona e raggiungevano poi i confini con la Svizzera passando per la strada di Stato 1 che attraversa il territorio italiano nella zona della bassa valle.
Cronaca: arresto di un capobanda del traffico umanò nella città turca di Istanbul
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