La vicenda che coinvolge Francis Kaufmann, sospettato di un atroce crimine che ha strappato via la vita a una donna e alla sua figlia di appena undici mesi, ha riacceso un dibattito cruciale sul sistema di finanziamento al cinema italiano, rivelando crepe profonde e vizi di sistema che richiedono un’azione decisa. L’emersione del fatto che una società collegata all’indagato abbia percepito, in modo indiretto, oltre 863.000 euro di crediti d’imposta (tax credit) per la produzione del film “Stelle della Notte” nel 2020, non è semplicemente un dettaglio aggiuntivo, ma un simbolo tangibile di un’emergenza etica e finanziaria che affligge il settore.La questione sollevata dal Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, trascende il singolo caso e apre una riflessione più ampia sulla governance dei finanziamenti pubblici alla cultura. Non si tratta solo di individuare e punire i responsabili di eventuali irregolarità o illeciti, ma di ripensare radicalmente l’architettura del sistema, per assicurare trasparenza, equità e un utilizzo appropriato delle risorse pubbliche.Il tax credit, concepito come strumento per incentivare la produzione cinematografica nazionale, si è trasformato, in alcuni contesti, in un veicolo per abusi e speculazioni, a danno della collettività e dei professionisti che operano nel rispetto delle regole. L’eredità di precedenti gestioni si rivela pesante, costellata di “distrazioni” inaccettabili che hanno permesso a soggetti non meritevoli di accedere a benefici fiscali ingenti, a scapito dei contribuenti italiani e di un vasto numero di artisti e tecnici che contribuiscono in modo significativo alla vitalità del cinema italiano.L’azione del governo, come sottolinea il Ministro, è già in corso e si intensificherà con una riforma organica della normativa. L’obiettivo è duplice: da un lato, accertare e sanzionare ogni forma di responsabilità, risalendo le filiere e individuando i complici; dall’altro, implementare misure preventive che impediscano il ripetersi di simili situazioni. Questa riforma dovrà concentrarsi su una maggiore severità nei controlli, una semplificazione delle procedure e una revisione dei criteri di ammissibilità ai finanziamenti, privilegiando progetti di qualità artistica e culturale, sostenibili dal punto di vista ambientale e socialmente responsabili.La tutela dell’onorabilità del cinema italiano, un patrimonio culturale di inestimabile valore, passa attraverso un processo di radicale revisione etica e finanziaria. È imperativo eradicare ogni sacca di parassitismo e promuovere una cultura della legalità e della responsabilità, per garantire che il cinema italiano possa continuare a prosperare come espressione autentica della creatività e dell’identità nazionale. La vicenda Kaufmann rappresenta un campanello d’allarme che non può essere ignorato; è un’opportunità per costruire un sistema di finanziamento più equo, trasparente e sostenibile, in grado di valorizzare il talento e proteggere gli interessi della collettività.