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Addio a Vladimiro Zagrebelsky, luminare del diritto e dei diritti umani.

Vladimiro Zagrebelsky, figura eminente nel panorama giuridico italiano ed europeo, si è spento all’età di 85 anni.
La scomparsa, comunicata ieri sera, segue un malore che l’ha colpito nella sua residenza estiva di Gressoney-La-Trinité, incastonata nel cuore della Valle d’Aosta.

La sua eredità intellettuale è immensa, forgiata da una carriera dedicata alla difesa dei diritti umani e all’approfondimento del diritto penale.
Zagrebelsky non fu semplicemente un giurista; fu un pensatore critico, un teorico innovativo e un instancabile promotore di una giustizia più equa e rispettosa della dignità umana.

La sua esperienza come giudice alla Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo (1998-2009) ha lasciato un segno indelebile, contribuendo a plasmare l’interpretazione e l’applicazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Le sue sentenze, spesso caratterizzate da una profonda analisi filosofica e giuridica, hanno affrontato temi cruciali come la libertà di espressione, il diritto alla vita privata e il giusto processo, diventando punti di riferimento per giuristi e studiosi di tutto il mondo.

Il suo contributo al diritto penale italiano è altrettanto significativo.

Zagrebelsky fu tra i massimi esponenti della cosiddetta “scuola critica”, che ha rivoluzionato l’approccio al diritto penale, mettendo in discussione i presupposti tradizionali e promuovendo una visione più attenta alle cause sociali del crimine e alle conseguenze della pena.

Le sue opere, tra cui “Lineamenti di diritto penale.

Parte generale”, hanno formato generazioni di penalisti, influenzando profondamente la giurisprudenza e la legislazione.
La sua opera non si limitò all’analisi teorica.
Zagrebelsky fu un intellettuale impegnato, attento alle dinamiche sociali e politiche del suo tempo.
Le sue riflessioni, spesso veicolate attraverso interventi pubblici e articoli di opinione, hanno contribuito a stimolare il dibattito su temi controversi come la giustizia riparativa, la decriminalizzazione di alcune condotte e la riforma del sistema carcerario.
Fratello maggiore del rinomato psichiatra Gustavo Zagrebelsky, la sua scomparsa lascia un vuoto nel mondo accademico e giuridico.

La sua memoria sarà custodita non solo dai suoi familiari, ma da tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere il suo ingegno, la sua passione per la giustizia e la sua instancabile ricerca della verità.

La sua opera continuerà a illuminare il percorso verso un mondo più giusto e rispettoso dei diritti di ciascuno.

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