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Alfabetizzazione funzionale: un terzo degli italiani in difficoltà.

La crescente complessità della società contemporanea, permeata da flussi informativi incessanti e diversificati, solleva una questione cruciale: la capacità di interpretare e comprendere appieno i messaggi che ci circondano.
Non si tratta semplicemente di saper leggere e scrivere, abilità ormai considerate di base, ma di possedere una alfabetizzazione funzionale, ovvero la competenza di utilizzare le parole scritte e orali per agire efficacemente nel mondo.

Un’analisi recente dipinge un quadro preoccupante: circa un terzo della popolazione adulta italiana, precisamente il 37%, mostra una limitata capacità di elaborazione testuale, riuscendo a decifrare e comprendere solo brani estremamente brevi, caratterizzati da un contenuto essenziale e privo di elementi che possano distrarre o richiedere un ragionamento più profondo.
Questa condizione, definita “basso livello di alfabetizzazione funzionale”, non è un’anomalia italiana; si tratta di un fenomeno diffuso, sebbene con percentuali variabili, in tutti i paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

A livello OCSE, la media si attesta intorno al 27%, traducendosi in circa un cittadino su quattro che condivide questa difficoltà.
La differenza tra la situazione italiana e la media OCSE, pur non essendo abissale, evidenzia un potenziale divario che merita un’attenzione particolare.
Questo “divario di alfabetizzazione” non è solo un problema individuale, ma assume connotazioni sociali ed economiche significative.
Una popolazione con scarse competenze di alfabetizzazione funzionale incontra maggiori difficoltà nell’accesso all’istruzione superiore, nel mondo del lavoro, nella gestione della propria salute e nella partecipazione attiva alla vita democratica.
Si traduce in una minore capacità di interpretare contratti, istruzioni mediche, informazioni finanziarie e, più in generale, di prendere decisioni consapevoli e informate.

Le cause di questo fenomeno sono molteplici e intrecciate.

Possono essere ricondotte a fattori legati alla scuola, come la qualità dell’insegnamento, i metodi didattici utilizzati e la mancanza di risorse dedicate al recupero delle difficoltà di apprendimento.

Ma non vanno trascurati i fattori socio-economici, come il livello di istruzione dei genitori, la condizione economica della famiglia e l’accesso a opportunità formative extrascolastiche.
Anche l’evoluzione dei media e la frammentazione dell’attenzione, dovute alla proliferazione di contenuti digitali e alla brevità dei messaggi veicolati, possono aver contribuito a erodere le competenze di lettura e comprensione.

Affrontare questa sfida richiede un approccio multidimensionale, che coinvolga scuole, famiglie, istituzioni e media.
È necessario investire in formazione continua per insegnanti, promuovere metodi didattici innovativi che stimolino il pensiero critico e la capacità di analisi, e sviluppare programmi di alfabetizzazione funzionale per adulti, mirati a colmare le lacune e a fornire strumenti utili per affrontare le sfide della vita quotidiana.

Parallelamente, è fondamentale promuovere una cultura della lettura e della scrittura, incoraggiando la produzione e la fruizione di contenuti di qualità, accessibili a tutti, e incentivando una riflessione critica sui media e sulle loro modalità di comunicazione.
Il futuro del paese passa anche dalla sua capacità di alfabetizzare tutti i suoi cittadini.

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