lunedì 18 Agosto 2025
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Caso Resinovich: la Cassazione valuta un ricorso cruciale.

Il caso Liliana Resinovich, avvolto da ombre e interrogativi, torna all’attenzione della più alta giurisdizione italiana.
La Prima Sezione della Cassazione ha calendarizzato per il 18 novembre una discussione cruciale riguardante il ricorso presentato dalla difesa di Sebastiano Visintin, l’unico indagato per la tragica scomparsa della moglie.

La controversia verte sulla decisione, assunta in precedenza dalla giudice per le indagini preliminari (GIP) Flavia Mangiante, di escludere una perizia medico-legale richiesta dalla difesa stessa, che mirava ad ampliare il perimetro dell’inchiesta.
La decisione della Cassazione, come evidenziato dal quotidiano Il Piccolo, segna una fase significativa nel procedimento, sollevando interrogativi sulla corretta ammissibilità di prove e sulla conduzione delle indagini.
L’udienza, che si svolgerà a porte chiuse, in Camera di consiglio, sottolinea la delicatezza e la complessità del caso, escludendo la partecipazione del Procuratore Generale e dei difensori, focalizzandosi esclusivamente sull’esame giuridico della questione sollevata.
La GIP Mangiante aveva inizialmente stabilito per il 30 giugno un’udienza dedicata all’incidentale prova, incaricando un team di periti per eseguire accertamenti richiesti dalla Procura, guidata dalla sostituto Ilaria Iozzi.
Tale decisione aveva respinto le richieste della difesa di Visintin, che aspirava a una più ampia indagine.
Parallelamente, l’8 settembre, un nuovo corposo e approfondito set di analisi peritali si avvierà presso l’Istituto di Medicina Legale di Ancona.

Il collegio, composto dai professionisti Paolo Fattorini, Chiara Turchi ed Eva Sacchi, dovrà compiere esami a 360 gradi dei reperti sequestrati, che includono sia quelli già sottoposti a precedenti valutazioni da parte della polizia giudiziaria, sia quelli acquisiti più recentemente presso l’abitazione di Visintin.

L’incarico affidato ai periti è particolarmente ampio e richiede un’analisi dettagliata a tre livelli: genetico, merceologico e dattiloscopico.
L’obiettivo è ricostruire, attraverso indizi materiali, la dinamica degli eventi e la possibile presenza di elementi estranei alla versione fornita dall’indagato.

Saranno analizzati minuziosamente il cordino ritrovato sul collo di Liliana, il laccetto che teneva unite le chiavi, un braccialetto, indumenti, guanti sequestrati a Visintin e le suole delle scarpe di Liliana, alla ricerca di tracce, impronte e riferimenti merceologici che possano fornire risposte cruciali.

Questo approccio multidisciplinare mira a superare le limitazioni delle analisi precedenti e a fornire alla magistratura un quadro più completo e inoppugnabile per la formulazione di accuse e la ricostruzione della verità.

L’ampio spettro di indagini, la complessità delle analisi e l’importanza della decisione della Cassazione testimoniano l’eco di un caso che continua a scuotere l’opinione pubblica.

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