Il racconto di Lorena Venier, infermiera 61enne imputata per l’omicidio e la frammentazione del figlio Alessandro, 35 anni, si dipana come un macabro mosaico di disperazione e premeditazione, dipinto durante l’udienza di convalida dell’arresto davanti al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Udine.
La sua deposizione, cruenta e disturbante, rivela un piano elaborato e una fredda determinazione nel porre fine alla vita del figlio.
Il tentativo iniziale, descritto con una precisione agghiacciante, prevedeva l’utilizzo di un farmaco: l’intenzione era quella di indurre un sonno profondo attraverso l’inganno, svuotando un’intera confezione di medicinali in un bicchiere di limonata.
Tuttavia, il piano non attecchì come previsto, lasciando il figlio vigile e cosciente.
La reazione, la mancata obbedienza del corpo, costrinse l’imputata a modificare la strategia, ricorrendo a un secondo mezzo, altrettanto letale: l’iniezione di insulina.
L’insulina, una sostanza salvavita per molti diabetici, divenne, nelle mani di Lorena Venier, uno strumento di morte.
La sua disponibilità, custodita per circa cinque anni, rivela una storia personale più complessa e oscura.
L’imputata ha dichiarato di aver sottratto le fiale dal luogo di lavoro, in un momento in cui, a quanto pare, aveva coltivato pensieri suicidi.
Questa rivelazione suggerisce una profonda crisi esistenziale, un dolore interiore che potrebbe aver contribuito alla decisione di compiere un atto così efferato.
L’episodio solleva interrogativi inquietanti sul ruolo del personale sanitario e sulla gestione dei farmaci.
La possibilità di sottrarre farmaci dal luogo di lavoro, anche se in un contesto di sofferenza personale, rappresenta una grave lacuna nella sicurezza e nella responsabilità professionale.
La confessione di Lorena Venier non è solo un racconto di un delitto, ma anche un’esplorazione delle profondità della disperazione umana, della fragilità psichica e delle conseguenze devastanti di un dolore insopportabile.
L’atto, descritto con una fredda precisione, denota un piano elaborato, sebbene sia cruciale considerare la potenziale influenza di fattori psichiatrici nella comprensione completa delle dinamiche che hanno portato a questo tragico evento.
La vicenda intera richiede un’analisi approfondita per comprendere le motivazioni alla base di un gesto così estremo e per prevenire che simili tragedie possano ripetersi.