venerdì 15 Agosto 2025
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Neonata salvata a Cortellazzo: l’intervento di medico e rugby

Un episodio di rapido intervento e competenza ha evitato una tragedia sulla spiaggia di Cortellazzo, vicino Venezia.

Un neonato di circa quindici giorni è stato soccorso grazie all’azione tempestiva di un medico specializzando e di due giocatori di rugby, scongiurando potenziali danni irreversibili alla sua salute.

La bambina, appartenente a una famiglia di turisti provenienti da un paese dell’Europa orientale, era stata esposta al sole per diverse ore, accumulando lesioni cutanee significative.
La situazione si è fatta critica quando il medico, avvicinandosi alla famiglia, ha percepito un’inconsapevolezza dei rischi legati all’eccessiva esposizione solare.

La barriera linguistica, un elemento complesso nell’interazione, ha complicato ulteriormente la comunicazione con la madre, che non comprendeva l’inglese.

L’istinto materno, pur nella sua comprensibile preoccupazione, l’ha portata ad allontanarsi dalla scena, cercando rifugio nella tenda improvvisata con il marito, aggravando di fatto la delicatezza della situazione.

La prontezza del medico, tuttavia, non si è lasciata intimorire da queste difficoltà.

Riconoscendo l’urgenza della situazione, ha immediatamente allertato le autorità competenti, la polizia locale e il servizio di emergenza sanitaria (SUEM), garantendo così l’arrivo di personale specializzato.
La valutazione medica successiva ha rivelato ustioni di primo grado che interessavano la zona del viso e del torace della neonata, accompagnate da un edema palpebrale, una reazione infiammatoria delle palpebre direttamente correlata all’intensità della radiazione solare.
Un edema che, se non trattato tempestivamente, avrebbe potuto compromettere la visione e il benessere generale del bambino.

L’episodio sottolinea l’importanza cruciale della prevenzione e della sensibilizzazione riguardo ai rischi legati all’esposizione solare, soprattutto per i neonati e i bambini piccoli, la cui pelle è particolarmente vulnerabile.
Evidenzia, inoltre, come la comunicazione interculturale, spesso ostacolata da barriere linguistiche, possa rappresentare una sfida significativa nella gestione di emergenze mediche, richiedendo un approccio empatico e proattivo da parte dei professionisti sanitari e dei soccorritori.
Il gesto di due giocatori di rugby, uniti al medico, ha dimostrato come la collaborazione e la prontezza di intervento di cittadini consapevoli possano fare la differenza tra un evento spiacevole e una potenziale tragedia.

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