La tragica scomparsa di Marino Tatoli, avvenuta il 22 maggio in circostanze inizialmente interpretate come un incidente, si è rivelata un macabro omicidio premeditato. L’inchiesta, condotta dai carabinieri, ha portato all’arresto di Carlo Amoruso, 37 anni, accusato di aver orchestrato un piano diabolico per eliminare l’uomo di 49 anni, proprietario dell’autoparco di Bisceglie.Le prove schiaccianti emergono da un video recuperato grazie alle telecamere di sicurezza di un’attività commerciale adiacente. Le immagini mostrano Amoruso avvicinarsi alla roulotte, dove Tatoli dormiva, con un’aria di fredda determinazione. In maniera metodica, deposita un cartone sotto il veicolo, quindi innesca un incendio utilizzando un accendino e un pezzo di carta. Il fuoco, alimentato da pneumatici e pedane, divampa rapidamente, trasformando la roulotte in una trappola infernale. L’uomo, Amoruso, osserva la scena con impassibilità, senza mostrare segni di rimorso mentre le fiamme consumano la roulotte.La ricostruzione del pm Roberta Moramarco, confermata dal procuratore Renato Nitti, dipinge un quadro inquietante. Tatoli, giunto all’autoparco alle 18:55 in condizioni alterate – testimonianze riferiscono di un evidente stato di ebbrezza e la necessità di riposare – era entrato nella roulotte dopo una conversazione con due individui, uno dei quali risulta essere Amoruso. Quest’ultimo, rimasto da solo, ha avuto un’ora di tempo per compiere le sue azioni criminali.L’esecuzione del piano includeva la raccolta di materiale infiammabile, sistematicamente posizionato attorno e sotto la roulotte, e l’utilizzo di un contenitore riempito di alcol per accelerare la propagazione del fuoco. A partire dalle 19:16, Tatoli è brevemente uscito dalla roulotte, dialogando con Amoruso prima di rientrare, ignaro del destino che lo attendeva. Alle 20:07, l’incendio è stato appiccato, seguito da una violenta esplosione. Amoruso ha assistito immobile, testimone silenzioso della tragedia.La gravità del crimine è esacerbata dalla potenziale sofferenza inflitta alla vittima. Il procuratore Nitti ha sottolineato la possibilità che Tatoli sia stato bruciato vivo, oppure sia deceduto a causa dei gas tossici derivanti dalla combustione.Le indagini hanno inoltre rivelato una manomissione precedente alla tragedia: dieci giorni prima dell’omicidio, Amoruso aveva tentato di inclinare una telecamera di sorveglianza dell’autoparco. Un gesto che, inaspettatamente, si è rivelato controproducente, poiché altre telecamere situate nelle attività commerciali circostanti hanno immortalato gli eventi cruciali.Le accuse mosse a Carlo Amoruso sono di pesantissimo calibro: omicidio volontario aggravato da crudeltà, riduzione in grado di difesa, utilizzo di mezzi insidiosi e incendio doloso. Il movente resta ancora nebuloso, sebbene si sappia che vittima e presunto assassino fossero colleghi di lavoro. Amoruso aveva assunto la posizione di custode poche settimane prima del delitto, mentre Tatoli era destinatario di un provvedimento di sfratto dall’autoparco.Come ha evidenziato il Colonnello Massimiliano Galasso, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Barletta-Andria-Trani, si è trattato di un’elusione apparente di un evento casuale, celante la premeditazione di un atto criminale efferato.