Il processo relativo al tragico incidente ferroviario di Pioltello, avvenuto nel 2018 e che ha causato tre vittime e un centinaio di feriti, si è concluso con un verdetto che solleva interrogativi complessi sulla responsabilità e la gestione della sicurezza nel sistema ferroviario italiano.
Il Tribunale di Milano, nelle sue motivazioni depositate il 25 febbraio, ha stabilito che l’istruttoria non ha fornito elementi sufficienti per attribuire, al di là di ogni ragionevole dubbio, mancanze significative nel sistema di gestione della sicurezza ferroviaria all’amministratore delegato e ai vertici di Rete Ferroviaria Italiana (RFI).
La decisione di assoluzione, che riguarda anche l’ex amministratore delegato Maurizio Gentile e la società RFI stessa, evidenzia le difficoltà intrinseche nell’individuazione di una responsabilità individuale diretta in contesti di natura organizzativa e gestionale così complessi.
Nonostante l’incidente abbia portato alla luce criticità nel coordinamento, nella comunicazione e nell’applicazione delle procedure di sicurezza, il Tribunale ha ritenuto che le accuse formulate nei confronti dei vertici aziendali non fossero sostenibili con la prova legale necessaria.
L’assoluzione non costituisce, tuttavia, una liberazione da ogni responsabilità.
Il verdetto sottolinea l’importanza di un’analisi approfondita delle dinamiche interne all’organizzazione, delle pressioni economiche, delle priorità operative e della cultura della sicurezza che permea l’azienda.
L’incidente di Pioltello, infatti, non è solo una questione di errori tecnici o di negligenza individuale, ma anche il risultato di un sistema che, a tratti, ha anteposto obiettivi di efficienza e riduzione dei costi alla sicurezza dei passeggeri.
L’unica condanna emessa, a carico dell’ex responsabile dell’Unità manutentiva, sebbene limitata, suggerisce che, pur nella complessità del quadro complessivo, è possibile individuare responsabilità specifiche in figure direttamente coinvolte nelle attività operative.
Questo non diminuisce, però, la necessità di un’indagine più ampia sui meccanismi di controllo e supervisione che avrebbero dovuto garantire l’integrità del sistema.
La sentenza del Tribunale di Milano non pone fine alla riflessione su Pioltello, ma ne sollecita una revisione critica del modello di responsabilità applicato al settore ferroviario.
È imperativo, ora, che il legislatore, le istituzioni e gli operatori del settore collaborino per rafforzare la sicurezza, promuovere una cultura della prevenzione basata sulla trasparenza e l’ascolto, e assicurare che simili tragedie non si ripetano.
La memoria delle vittime e la sofferenza dei feriti impongono un impegno costante verso un sistema ferroviario più sicuro e responsabile.