L’evoluzione del panorama criminale lombardo rivela una dinamica preoccupante: la nascita di una vera e propria “super-associazione” mafiosa, un’alleanza transnazionale che supera le tradizionali divisioni territoriali e gerarchiche.
Lungi dall’essere un mero accordo di convenienza, questa struttura integra figure di riferimento e operatori economici provenienti da Cosa Nostra, ‘ndrangheta e camorra, tessendo una fitta rete di relazioni che permea settori chiave dell’economia regionale.
Le indagini, culminate nell’operazione Hydra condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri, avevano già delineato i contorni di questa convergenza.
Tuttavia, le recenti rivelazioni di William Alfonso Cerbo, alias “Scarface”, figura di spicco del clan Mazzei di Catania e operante a Milano come punto di raccordo finanziario, offrono un quadro ancora più dettagliato e inquietante.
Cerbo, attraverso la sua collaborazione, ha contribuito a svelare come le tre organizzazioni mafiose, originarie di Sicilia, Calabria e Campania, abbiano progressivamente smesso di operare in compartimenti stagni, preferendo collaborare per massimizzare i profitti e consolidare il controllo su appalti, edilizia, finanza e traffici illeciti.
Non si tratta, quindi, di un’alleanza temporanea o occasionale, ma di un modello organizzativo strutturato, con ruoli e responsabilità chiaramente definiti.
Questa “super-associazione” si avvantaggia della complementarietà delle competenze e delle risorse delle tre organizzazioni.
Cosa Nostra, con la sua consolidata presenza nel settore finanziario e nella gestione di attività legali di facciata, fornisce il capitale e il know-how.
La ‘ndrangheta, rinomata per la sua capillare rete di contatti e la sua capacità di infiltrazione nel tessuto sociale ed economico, assicura la forza lavoro e il controllo del territorio.
La camorra, con la sua abilità nell’ottenimento di appalti pubblici e nella gestione di attività criminali di varia natura, garantisce la diversificazione dei flussi di denaro e l’espansione in nuovi mercati.
La figura di Cerbo, in particolare, illumina il ruolo cruciale dei cosiddetti “collettori economici”, individui capaci di orchestrare i flussi finanziari tra le diverse organizzazioni e di riciclare il denaro sporco attraverso investimenti strategici.
Questi intermediari agiscono come ponti tra i diversi clan, facilitando la collaborazione e minimizzando il rischio di conflitti interni.
L’esistenza di questa “super-associazione” mafiosa rappresenta una sfida inedita per le forze dell’ordine e per la magistratura, richiedendo un approccio investigativo transnazionale e un’analisi approfondita dei legami economici e finanziari che legano le diverse organizzazioni.
Comprendere le dinamiche interne a questa struttura complessa è fondamentale per contrastare efficacemente la criminalità organizzata e proteggere il tessuto economico e sociale della Lombardia.
L’emersione di figure come William Alfonso Cerbo, “Scarface”, offre uno spiraglio prezioso per svelare i segreti di questa “super-associazione” e per smantellare le sue fondamenta.







