Un’operazione di portata significativa, denominata “Dark Spid”, ha portato alla luce un sofisticato schema fraudolento volto a sottrarre risorse finanziarie all’Erario italiano.
I militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, in esecuzione di un decreto di provvedimento cautelare emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Milano, hanno smascherato un’organizzazione criminale specializzata nella manipolazione del sistema dei rimborsi fiscali tramite il modello 730.
L’indagine, che ha portato al sequestro di 59 conti correnti contenenti il ricavato illecito per un ammontare complessivo di circa 180.000 euro, ha rivelato un meccanismo complesso e ben orchestrato.
L’elemento chiave dello schema risiede nella compromissione di identità altrui e nell’utilizzo di credenziali Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) di terzi, ottenute in modo illecito.
Le indagini hanno stabilito che l’indagato, presumibilmente operante attraverso una struttura di call center, avrebbe sfruttato il ruolo di procacciatore di contratti per la fornitura di energia elettrica e gas.
Questa attività, apparentemente legittima, si è rivelata un’opportunità per acquisire in modo subdolo dati sensibili e informazioni personali dei clienti contattati, senza il loro consenso o la loro consapevolezza.
L’astuzia dell’organizzazione consisteva nell’ottenere queste informazioni in maniera apparentemente legittima, mascherando l’attività fraudolenta.
Successivamente, i dati raccolti sarebbero stati utilizzati per l’accesso abusivo al sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate.
Mediante le credenziali Spid compromesse, venivano presentate dichiarazioni dei redditi modello 730 contenenti dati deliberatamente falsi e alterati, inducendo l’Agenzia delle Entrate a erogare indebiti rimborsi.
L’aspetto particolarmente grave è l’utilizzo di identità di persone completamente estranee alla frode, ignare di essere state coinvolte in un reato finanziario.
I rimborsi illeciti venivano poi accreditati su conti correnti bancari, aperti online e intestati a questi stessi soggetti inconsapevoli, rendendo più difficile la tracciabilità dei fondi e complicando le indagini.
L’operazione “Dark Spid” non solo ha consentito di bloccare un flusso di denaro illecito, ma ha anche sollevato interrogativi sulla sicurezza del sistema Spid, evidenziando la necessità di rafforzare i protocolli di autenticazione e di verifica dell’identità digitale, al fine di prevenire ulteriori abusi e proteggere i contribuenti da attività fraudolente.
La complessità dello schema criminale sottolinea la crescente sofisticazione delle frodi fiscali nell’era digitale e l’importanza di una vigilanza costante da parte delle forze dell’ordine e delle autorità fiscali.





