Venticinque anni dopo, un ritorno vibrante e rielaborato. Il ciclo “Sabato, domenica e lunedì”, firmato Luca De Fusco, segna non solo un’occasione di riappropriazione del repertorio, ma un’affermazione di visione stratificata e di proiezione globale per il Teatro Nazionale. Non si tratta di un semplice ritorno alle origini, ma di un’espansione radicale, una metamorfosi che riflette l’evoluzione del panorama culturale contemporaneo.L’ambizione è chiara: trascendere i confini nazionali, affermarsi come polo d’eccellenza nel panorama teatrale internazionale. Questa aspirazione si concretizza in un’azione concreta, un’attivazione di presidi artistici dislocati in tre aree geografiche di particolare significato culturale.L’Argentina si configura come un laboratorio di grande teatro, un crogiolo di talenti e forme espressive che contribuiscono a nutrire e arricchire l’identità del Teatro Nazionale. Qui, la tradizione teatrale sudamericana, intrisa di passione e innovazione, si fonde con la ricerca di nuove narrazioni e linguaggi scenici.L’India, a sua volta, si rivela una fucina di sperimentazione e ricerca, un luogo dove la teatralità ancestrale si reinventa attraverso l’incontro con le nuove tecnologie e le contaminazioni artistiche. Il focus sulla ricerca, supportato da un attento monitoraggio delle nuove tendenze, mira a generare contaminazioni inattese e a promuovere la nascita di nuove forme di espressione teatrale.A Roma, il complesso del Torlonia, con la sua storia stratificata e il suo fascino decadente, si configura come un “scrigno” dedicato alle voci femminili e al teatro di parole, un’oasi di intimità e riflessione dove le narrazioni al femminile trovano spazio e risonanza. Questo focus specifico sottolinea l’impegno del Teatro Nazionale verso una rappresentazione più equa e diversificata nel panorama artistico.L’ulteriore elemento di novità è la prima edizione del Teatro Ostia Antica Festival, un evento che punta a valorizzare il patrimonio storico e culturale del territorio, creando un ponte tra l’antico e il contemporaneo, tra il teatro classico e le nuove forme di espressione. Questo festival rappresenta un’opportunità unica per attrarre un pubblico ampio e diversificato, contribuendo a diffondere la cultura teatrale in un contesto più ampio.Il tutto si proietta verso un futuro prossimo, segnato dall’attesissima riapertura del Teatro Valle, prevista per settembre 2026. La riapertura, dopo anni di sospensione, non è solo un ritorno alla normalità, ma un simbolo di rinascita e di speranza per il teatro italiano, un segnale di ripartenza che segna una nuova era per la scena nazionale. Rappresenta l’apice di un percorso di crescita e di trasformazione, un momento cruciale per il futuro del Teatro Nazionale.