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40 Secondi: Il Film che Urla la Tragedia di Willy Monteiro

Il Festival di Roma, nella sua sezione Progressive Cinema, accoglie un’opera che si fa portavoce di un dolore ancora vivo, un grido silenziato: “40 secondi” di Vincenzo Alfieri.
Il film non si limita a ripercorrere gli eventi, ma si immerge nelle ore cruciali che condussero alla tragica fine di Willy Monteiro Duarte, una giovane vita spezzata nella notte tra il 5 e il 6 settembre, cinque anni orsono, a Colleferro.
“40 secondi” è un titolo lapidario, un monito.
Rappresentano i secondi che separano la vita dalla morte, un lasso di tempo in cui l’inazione, la paura, l’indifferenza si coagulano in un destino ineluttabile.

Il film si propone come un’indagine non solo forense, ma anche morale e sociale, interrogando le responsabilità individuali e collettive che hanno contribuito a creare un contesto in cui una simile violenza poteva manifestarsi.
Alfieri, con una regia asciutta e potente, evita la facile spettacolarizzazione del dramma, scegliendo di concentrarsi sulla tensione crescente, sul vortice di emozioni che travolge i protagonisti, sia coloro che compirono l’atto barbaro, che quelli che avrebbero potuto – e forse avrebbero dovuto – intervenire.
Il film non fornisce risposte semplici, non cerca giustificazioni, ma invita a una riflessione profonda sulle dinamiche del bullismo, del branco, dell’omertà e della fragilità umana.
Il lavoro di Alfieri, più che una cronaca, è un atto di memoria, un tributo a Willy, una denuncia delle zone d’ombra che ancora avvolgono quella notte.
Evidenzia come la violenza, spesso alimentata da pregiudizi, insicurezze e un bisogno distorto di affermazione, possa radicarsi anche in contesti apparentemente normali.
Il film solleva interrogativi scomodi sulla necessità di educare alla responsabilità, all’empatia e al coraggio di reagire di fronte all’ingiustizia, anche quando questo comporta un rischio personale.
“40 secondi” non è solo un film, ma un invito a non dimenticare, a non abbassare lo sguardo, a coltivare una cultura della legalità e del rispetto, affinché tragedie come quella di Willy Monteiro Duarte non si ripetano.

Rappresenta un’occasione per riflettere sulla nostra società, sulle sue contraddizioni e sulle sue ferite aperte, con la speranza di costruire un futuro più giusto e sicuro per tutti.
Il film si configura, quindi, come un’opera di straordinaria importanza civile e artistica, capace di suscitare emozioni intense e di stimolare un dibattito necessario e urgente.

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