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Anna Castiglia: Musica, Ironia e Radici Siciliane

Anna Castiglia, cantautrice catanese nata nel ’98, incarna una vibrante fusione di influenze musicali e una profonda sensibilità artistica.

Reduce dal prestigioso Premio Tenco per la migliore opera prima con il suo album “Mi piace”, Castiglia si distingue per un approccio eclettico che fonde l’eleganza dei cori dei Matia Bazar, la ritmicità funk di Jamiroquai e l’energia della dance music, il tutto permeato da una notevole capacità di esprimersi in diverse lingue.
La sua musica non si limita all’intrattenimento; è un veicolo per esplorare tematiche complesse e spesso scomode, affrontate con un’ironia tagliente che smussa la serietà senza appesantirla.

Castiglia ambisce a superare i confini del tradizionale concerto, sognando la creazione di uno spettacolo variegato, una sorta di varietà contemporanea, che possa offrire al pubblico un’esperienza coinvolgente e multidisciplinare.
Un’ambizione che testimonia la sua visione artistica ampia e la sua volontà di innovare.

Già in atto è l’inserimento di brevi performance di tip-tap nei suoi concerti, un omaggio agli studi di musical che hanno arricchito la sua formazione.
Questo elemento aggiunge una dimensione teatrale e visiva alla sua performance, creando un ponte tra musica e danza.
Il suo repertorio è un mosaico di osservazioni acuminate e riflessioni pungenti.
Da “Participio presente”, che analizza le sfide affrontate dagli artisti emergenti, alla critica sociale incisiva di “Ghali”, brano che l’ha vista presentarsi a X Factor, le sue canzoni svelano una profonda consapevolezza del contesto sociale e culturale in cui vive.
In collaborazione con il collettivo “Canta fino a dieci”, un progetto che riunisce voci femminili come Cheriach Re, Francamente, Irene Buselli e Rossana De Pace, Castiglia si impegna a sensibilizzare l’opinione pubblica sul gender gap nel settore musicale.
Attraverso la loro musica, vogliono demolire stereotipi e pregiudizi radicati, denunciando affermazioni svalutanti e comportamenti discriminatori.
La loro visione si contrappone all’idea che la presenza femminile in ambito musicale debba essere limitata o gestita come una quota, rifiutando l’equazione “donna = genere musicale”.

L’identità siciliana è un elemento fondamentale del suo universo creativo.
Castiglia riflette sulla difficoltà di sentirsi pienamente italiani, sottolineando la forte identità regionale che spesso isola le diverse realtà locali.

La sua musica attinge a influenze globali, ma le rielabora attraverso il filtro dell’esperienza siciliana, radicando le sue riflessioni in un contesto culturale specifico.

Rosa Balistreri, cantautrice siciliana che ha scoperto più tardi, rappresenta un modello significativo: la sua capacità di coniugare impegno politico, ironia e un linguaggio popolare, capace di denunciare ingiustizie e costumi senza perdere il sorriso, è una fonte di ispirazione.

L’apprezzamento per l’uso del siciliano, persino in composizioni scritte a Firenze, rivela un profondo legame con le radici linguistiche e culturali dell’isola.

Anche Castiglia abbraccia l’uso del dialetto, come testimonia la dolcezza di “U Mari”, recentemente reinterpretata in un affascinante mix di portoghese e siciliano grazie alla collaborazione con la band brasiliana Selton, un esempio di come la sua musica possa trascendere i confini geografici e culturali.

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