La stagione espositiva inaugurata alla Pinacoteca di Brera si configura come un’ambiziosa piattaforma culturale, un crocevia di espressioni artistiche che dialogano tra passato, presente e futuro.
Lungi dall’essere una mera successione di eventi, il palinsesto delineato dal direttore Angelo Crespi si rivela un’indagine complessa e articolata sul concetto di eredità, sulla metamorfosi dell’immagine e sulla capacità dell’arte di riflettere e plasmare la nostra percezione del mondo.
Il percorso, esteso tra la fine del 2025 e i primi mesi del 2026, ambisce a smantellare le tradizionali barriere cronologiche e stilistiche, tessendo un filo conduttore che lega le raffinate suggestioni della pittura rinascimentale all’audacia della contemporaneità digitale.
Un esempio lampante di questa visione è la riscoperta di Giovanni Agostino da Lodi, figura enigmatico e raffinato del primo Cinquecento, le cui opere, inserite nel contesto della Pinacoteca, dialogheranno con le opere di artisti contemporanei, invitando a una riflessione sulla persistenza della forma e sulla sua reinterpretazione nel tempo.
Palazzo Citterio, spazio espositivo di grande respiro, si appresta ad accogliere un panorama di figure cruciali nell’evoluzione dell’arte italiana del Novecento.
Bice Lazzari, con la sua ricerca sulla materia e sulla luce, Mimmo Paladino, maestro dell’immaginario archetipico, William Kentridge, animatore di narrazioni visive potenti e complesse, e Giovanni Frangi, interprete sensibile del paesaggio contemporaneo, saranno solo alcune delle voci protagoniste.
L’inclusione di Quayola, artista che esplora le potenzialità espressive del digitale, sottolinea l’impegno della Pinacoteca verso le nuove forme d’arte e la loro integrazione nel patrimonio culturale.
La programmazione non si limita alla celebrazione dei maestri affermati, ma si apre con entusiasmo alle nuove generazioni di artisti, offrendo loro una vetrina prestigiosa per presentare il proprio lavoro e contribuire al dibattito artistico contemporaneo.
Si tratta di un atto di fiducia nel futuro dell’arte e nella sua capacità di continuare a sorprenderci e a ispirarci.
In definitiva, la stagione espositiva della Grande Brera si propone come un’esperienza culturale immersiva, un invito a confrontarsi con la bellezza, la complessità e la mutevolezza dell’arte, un viaggio emozionante attraverso la storia e il presente del linguaggio visivo.






