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sabato 1 Novembre 2025

Dracula di Besson: amore eterno e bellezza malinconica.

L’interpretazione di Dracula firmata Luc Besson, lungi dall’essere un mero errore di genere, si configura come una decostruzione audace di un archetipo secolare, proiettandolo in un’ottica romantica inaspettata.

Il conte, in questa rielaborazione, trascende l’immagine del predatore sanguinario per incarnare la figura di un eroe tormentato, un’entità intrappolata in un eterno lamento d’amore, una condizione esistenziale solitaria mitigata, in un certo senso, dalla sua innegabile eleganza.
L’estetica dandy, attentamente curata, non è un semplice orpello, ma un riflesso della sua nobiltà d’animo e del suo profondo senso di malinconia.
L’assenza di un terrore genuino, lamentata da alcuni critici, si rivela in realtà una scelta stilistica consapevole, un invito a focalizzarsi sulla dimensione emotiva e psicologica del personaggio.

Besson, dichiaratamente ispirato dalla rilettura del romanzo di Bram Stoker, ne ha colto la profonda matrice amorosa, relegando in secondo piano la violenza e l’orrore.
L’amore perduto, il peso di un addio rimandato di quattro secoli, diventa il motore primario dell’azione, un sentimento universale capace di elevare il vampiro da mostro a figura tragica.
La confessione di Besson, espressa durante la Festa di Roma, chiarisce l’intenzione di proporre una storia d’amore, non di paura.
Un’affermazione che contrasta con la tendenza a catalogare il suo Dracula come un’inutile deviazione dal genere horror, ignorando la complessità della sua visione.

In questo senso, il film si pone in netto contrasto con la monumentale opera di Francis Ford Coppola, che aveva abbracciato un approccio più tradizionale e gotico.

Mentre Coppola, con la sua estetica analogica, si era immerso nell’atmosfera cupa e decadente del romanzo, Besson ha optato per un linguaggio visivo contemporaneo, affidandosi al digitale e alla computer grafica per creare un universo onirico e surreale.
La CGI non è un mero strumento di spettacolo, ma un mezzo per amplificare la dimensione emotiva del racconto, per rendere tangibile il tormento interiore del conte e la sua eterna attesa.

In definitiva, il Dracula di Besson rappresenta un’interpretazione originale e provocatoria, che sfida le convenzioni di genere e invita lo spettatore a contemplare la bellezza malinconica di un amore eterno e irraggiungibile.

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