sabato 2 Agosto 2025
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Faida, Cibo e Social: Dentro Il Quieto Vivere

Il Quieto Vivere: Anatomia di una Faida Familiare tra Cibo, Social e Memorie AnticheGianluca Matarrese torna a Venezia, al cuore delle Giornate degli Autori, con “Il Quieto Vivere”, un’opera che si configura come un’immersione cruda e affascinante nell’animo di una famiglia calabrese dilaniata da una faida intergenerazionale.

Lungi dall’essere una semplice narrazione di conflitti, il film si rivela un’esplorazione antropologica sulla natura umana, sul peso della tradizione e sulla fragilità dei legami.

La pellicola, nata da un processo creativo laboratoriale, disvela un universo iper-reale dove la linea tra documentario, finzione e teatro si dissolve.

Matarrese sceglie di affidare i ruoli a figure realmente appartenenti alla famiglia Magno: Maria Luisa, una cinquantenne intrappolata in un ciclo di lavori precari e ossessionata dall’immagine sui social media, e Imma, sua cognata, custode di un’eredità culturale più tradizionale.
Queste donne, contrapposte da un antagonismo radicato e amplificato dai social media, incarnano due facce di una stessa medaglia, due modi distinti di confrontarsi con il cambiamento e con il peso del passato.

L’azione si concentra nel microcosmo domestico, nelle cucine e nelle tavole imbandite, veri e propri campi di battaglia dove si consumano pranzi e cene carichi di tensione, di denunce sussurrate e di sospetti latenti.
Il cibo, elemento cardine della cultura calabrese, diviene simbolo di identità, di appartenenza e, al tempo stesso, di conflitto.
Le ossessioni culinarie, i consigli sulla conservazione degli alimenti, i pettegolezzi che si scambiano tra vicini diventano un linguaggio cifrato, un modo per affermare il proprio ruolo all’interno della comunità e per mascherare le vere ragioni della discordia.
“Il Quieto Vivere” non si limita a documentare un conflitto familiare; ne indaga le radici, le dinamiche psicologiche e sociali che lo alimentano.
Attraverso un approccio che anticipa la tragedia, Matarrese ci conduce nell’ “anticamera del fatto di cronaca”, in quel momento sospeso in cui la violenza può ancora essere evitata, grazie, forse, alla luce del cinema.
Questa sensibilità si era già manifestata in opere precedenti, come “Fuori tutto”, un documentario toccante sulla crisi di un’azienda di scarpe di famiglia, e in “L’Expérience Zola”, un’indagine profonda sulla violenza domestica che si concentra sul percorso che porta al gesto estremo.
Il film, frutto di una co-produzione Faber Produzioni, Stemal Entertainment, Rai Cinema / Elefant Films e RSI, rappresenta un’evoluzione nel percorso artistico di Matarrese, un regista sempre più interessato a scavare nel proprio passato e a mettere in scena la complessità dei rapporti familiari.
I prossimi progetti, come “Sangue nostro”, un’opera che mescolerà la storia della famiglia Magno con testi di Cechov e altre opere letterarie, e la “Saga dei Magno”, un ambizioso racconto generazionale ambientato in Calabria, testimoniano la volontà di proseguire questa indagine senza sosta, alla ricerca della verità nascosta dietro le apparenze.

“Il Quieto Vivere” non è solo un film, ma un viaggio nell’anima di una famiglia, un’esplorazione universale sulla natura del conflitto e sulla forza dei legami.

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