Disagi e inefficienze in Piazza d’Armi: il racconto di una città trascurata.

06 gennaio 2025 – 12:45

Nel cuore della città, tra le strade trafficate e i palazzi antichi, si erge maestosa Piazza d’Armi. Un luogo che dovrebbe essere un’oasi di relax e divertimento per grandi e piccini, ma che purtroppo è stato trasformato in un teatro di disagi e degrado. Ogni settimana, gruppi rumorosi di paninari invadono la piazza con i loro gruppi elettrogeni fatiscenti, mentre i tendoni delle Atp rendono inagibile il prato per ben 11 mesi all’anno. Persino il prestigioso Tour de France ha utilizzato questo spazio come parcheggio, privando i cittadini di un luogo di ritrovo e svago.Ma non è tutto: la piazza è diventata tristemente nota come la toilette dei cani randagi e il rifugio dei giovani che infrangono bottiglie ovunque. Eppure, nonostante le lamentele dei residenti, nessun investimento è stato fatto per migliorare questa situazione. Ci sono voluti più di dodici mesi solo per sistemare la pavimentazione dell’area giochi vicino allo stadio; chissà quanto tempo ci vorrà per riparare gli altri giochi rotti.Le fontane della piazza sono un’altra storia: riparate da anni, puntualmente tornano vuote e maleodoranti dopo appena un mese. Perché non trasformarle in qualcos’altro? E soprattutto, quanti soldi pubblici sono stati sprecati in queste inefficienze?In un contesto diverso ma altrettanto significativo, un lettore racconta la sua esperienza con le forniture del gas domestico. Nonostante un consumo modesto di tre metri cubi nell’ultimo quadrimestre, si ritrova a pagare una bolletta salata di 50 euro. Un costo maggiore rispetto alla corrente elettrica! La bolletta rivela che circa 20 euro sono destinati alla materia prima del gas; quindi in teoria si pagherebbero sette euro al metro cubo più altri costi per il trasporto e la gestione del contatore.Ma le sorprese non finiscono qui: l’Iva viene calcolata sull’intera cifra anziché sul consumo effettivo. Le proteste del lettore al call center del fornitore vengono liquidate con superficialità dall’operatore che lo accusa di dire “sciocchezze”. Una situazione tanto frustrante quanto diffusa nella quotidianità delle famiglie italiane.Infine, una scena toccante si svolge nel cuore della notte dell’ultimo dell’anno a Torino. Una donna africana pulisce silenziosamente la filiale bancaria mentre fuori le persone si preparano alle festività natalizie. Ignorata dalla folla al bancomat, lei attende pazientemente il bus che tarda ad arrivare; poi decide di proseguire a piedi verso casa dopo una lunga giornata lavorativa.Quando le chiedo come mai sorrida nonostante tutto, lei mi risponde con saggezza: “Ci sono persone nel mio paese per cui una festa non è mai cominciata”. In quel momento capisco l’importanza della gratitudine e della resilienza anche nelle circostanze più difficili.

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