08 febbraio 2025 – 12:45
Il problema delle liste di attesa, che rappresenta la difficoltà e talvolta l’impossibilità di prenotare visite ed esami, è un fenomeno tangibile che riflette le sfide dell’accesso ai servizi sanitari. La misurazione di questo fenomeno può avvenire anche attraverso le richieste avanzate dai cittadini per accedere al percorso di tutela: nel caso in cui la prenotazione superi il termine indicato nell’impegnativa, è consentito richiedere la prestazione a pagamento, con oneri a carico del servizio pubblico.Questa possibilità non va interpretata come una cortese concessione, ma come l’applicazione di una legge statale risalente al 1998, che finora è stata sostanzialmente trascurata. Le cause di questa disattenzione sono molteplici: dalla mancanza di informazioni da parte del personale del Centro unico di prenotazione regionale e delle Asl, fino all’indifferenza generata dall’impatto finanziario che l’esercizio completo di tale diritto potrebbe comportare sul bilancio aziendale.È interessante notare come i numeri dei percorsi di tutela attivati varino significativamente tra le diverse Asl della provincia, in relazione alla dimensione della popolazione e al livello informativo disponibile. Ad esempio, nell’anno 2024 sono stati attivati 411 percorsi presso l’Asl Torino 3, 362 presso l’Asl Torino 4 e soltanto 145 presso l’Asl Torino 5. Questi dati evidenziano disparità territoriali che possono influire sulle dinamiche delle liste d’attesa e sottolineano la necessità di un monitoraggio accurato e trasparente.Nonostante le controversie sui dati relativi alle liste d’attesa, è fondamentale affrontare con determinazione le criticità legate all’accesso ai servizi sanitari e garantire a tutti i cittadini un equo diritto alla salute. Solo attraverso una maggiore consapevolezza, una migliore gestione delle risorse e un impegno condiviso tra istituzioni e cittadini sarà possibile superare le sfide attuali e costruire un sistema sanitario più efficiente ed equo per il futuro.