La delicata vicenda legata all’esercizio del golden power su Unicredit e Banco BPM ha innescato una complessa dinamica istituzionale, caratterizzata da un intreccio di procedure di monitoraggio, osservazioni bancarie e un ricorso giudiziario, il tutto sotto la stretta supervisione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e di Palazzo Chigi. Il meccanismo di controllo, attivato in seguito a una rilevante operazione di governance, prevede una fase di verifica e valutazione a cui le banche coinvolte hanno partecipato fornendo il proprio parere e sollevando questioni che richiedono risposta.La decisione di adire le vie legali, esercitando il diritto di ricorso garantito dalla normativa italiana, rappresenta una scelta che, pur nel suo diritto di essere esercitata, complica la gestione della situazione e ne prolunga i tempi. Questo ricorso, come sottolinea il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, fa parte di un quadro più ampio in cui il contenzioso giudiziario sembra diventare la norma, non l’eccezione.Nonostante l’azione legale, l’esecutivo italiano intende proseguire nell’iter del monitoraggio, fornendo le necessarie chiarificazioni e risposte alle osservazioni sollevate, assicurando una stretta e costante collaborazione tra il Mef e Palazzo Chigi. Questa coesione di intenti è considerata cruciale per la corretta gestione della crisi e per evitare derive interpretative che potrebbero compromettere la stabilità del sistema finanziario.Il Ministro Giorgetti ha enfatizzato, con un’inequivocabile puntualizzazione, che in caso di disallineamento strategico tra le istituzioni coinvolte, non si assisterebbe a un preavviso di dimissioni, bensì a un’azione concreta e immediata. Questo ribadisce la serietà con cui il governo affronta la questione e la sua determinazione nel perseguire gli obiettivi stabiliti. La sua affermazione è un messaggio chiaro: le decisioni vengono prese e attuate, non annunciate con preavviso.La domanda riguardante un’eventuale valutazione sulla Consob in merito a dimissioni è stata affrontata con la stessa fermezza: il Ministro ha semplicemente richiamato la linea di condotta già esplicitata, sottolineando che la coerenza nell’azione prevale su ogni altra considerazione. La vicenda rappresenta quindi un banco di prova per la governance del Paese, mettendo alla prova la capacità di gestire situazioni complesse, garantendo trasparenza e coerenza nell’azione pubblica, e preservando la stabilità del sistema finanziario.