La scomparsa di Aldo Maria Brachetti Peretti, figura di spicco nel panorama industriale italiano, segna la fine di un’epoca e lascia un vuoto significativo nel tessuto economico del Paese.
A 93 anni, il leader che per decenni ha guidato il Gruppo Api, si è spento a Roma, lasciando un’eredità complessa e stratificata che trascende il semplice ruolo di capitano d’industria.
Nato nel 1932, Brachetti Peretti incarnava un modello di leadership improntato alla visione a lungo termine e all’integrazione di competenze accademiche e pratiche.
La sua formazione in Economia e Commercio, affiancata dall’attività didattica presso le università di Roma e Parma, gli fornì una solida base intellettuale per affrontare le sfide di un settore in rapida evoluzione come quello energetico.
Entrato in Api nel 1957, ha progressivamente assunto ruoli di maggiore responsabilità, trasformando l’azienda in un punto di riferimento nazionale e internazionale.
La sua direzione ha visto Api navigare attraverso periodi di profonda trasformazione, dalla crisi petrolifera degli anni ’70 alla liberalizzazione del mercato energetico, fino alle recenti transizioni verso fonti rinnovabili e modelli di business sostenibili.
Brachetti Peretti non si è limitato a gestire le fluttuazioni del mercato, ma ha anticipato le tendenze, investendo in nuove tecnologie e diversificando le attività del Gruppo, espandendosi in settori complementari e rafforzando la sua posizione competitiva.
L’assessore regionale Giacomo Bugaro ha giustamente sottolineato come la sua scomparsa rappresenti una perdita per l’Italia intera, un Paese che ha beneficiato in modo significativo dalla sua leadership e dalla sua capacità di creare valore.
La sua visione strategica ha contribuito in modo determinante alla crescita industriale del dopoguerra e alla modernizzazione del sistema energetico nazionale.
Ma la figura di Brachetti Peretti non può essere ridotta alla sola dimensione industriale.
Il suo profondo legame con le Marche, regione in cui Api ha un ruolo strategico, si è manifestato in investimenti territoriali e nella creazione dell’azienda vitivinicola ‘Il Pollenza’, un progetto personale che testimonia la sua passione per la terra e la sua capacità di coniugare business e tradizione.
‘Il Pollenza’ non è solo un’azienda agricola, ma un simbolo dell’impegno di Brachetti Peretti verso la valorizzazione del patrimonio culturale e agroalimentare marchigiano, un esempio di come l’imprenditoria possa essere un motore di sviluppo sostenibile e di rigenerazione del territorio.
La sua capacità di combinare la visione imprenditoriale con un profondo senso del territorio e dell’identità culturale rende la sua figura ancora più significativa e lascia un’eredità che va ben oltre i risultati economici raggiunti.
La sua scomparsa ci invita a riflettere sul ruolo cruciale degli imprenditori visionari nel plasmare il futuro del Paese e a valorizzare il legame tra impresa, territorio e cultura.





