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venerdì 14 Novembre 2025

Oro a 4.200$: Nuovo Picco, Tensioni e Paura.

Il prezzo dell’oro ha toccato un nuovo, storico picco, superando la soglia dei 4.200 dollari l’oncia sui mercati globali.
La quotazione, fissata a 4.214,80 dollari, riflette un incremento marginale dello 0,03% rispetto alla chiusura della sessione precedente, ma incarna un fenomeno molto più ampio e complesso.

Questo rally non è un mero fluttuazione di mercato, bensì il risultato di una convergenza di fattori geopolitici, economici e speculativi che ridefiniscono il ruolo dell’oro nell’economia mondiale.

L’oro, tradizionalmente considerato un bene rifugio, vede la sua domanda alimentata da un contesto di crescente incertezza.

L’instabilità politica in diverse aree del mondo, le tensioni internazionali e i rischi di escalation militare spingono gli investitori a cercare asset che preservino il capitale in periodi di turbolenza.
L’oro, con la sua scarsità intrinseca e la sua storia millenaria come riserva di valore, si presenta come una scelta naturale.
Ma il motore di questa spinta al rialzo non è solo la paura.

L’inflazione persistente, sebbene in rallentamento rispetto ai picchi del recente passato, continua a erodere il potere d’acquisto delle valute fiat, incentivando la ricerca di alternative.
In questo scenario, l’oro si posiziona come un baluardo contro la svalutazione monetaria, un bene tangibile che non può essere stampato o manipolato a piacimento.

L’argento, strettamente correlato all’oro nel sentiment del mercato, segue un andamento simile, registrando un aumento del 1,17% e raggiungendo i 54,09 dollari l’oncia.

L’argento, con le sue applicazioni industriali significative, beneficia anche della ripresa economica in alcuni settori, amplificando ulteriormente la sua attrattiva.
L’aumento della domanda da parte dei paesi emergenti, in particolare India e Cina, gioca un ruolo cruciale.

Queste economie, con la loro crescente classe media e la propensione all’oro come forma di investimento e ornamento, assorbono una quota considerevole della produzione mondiale.
La crescente consapevolezza del suo ruolo di copertura contro il rischio di cambio e di inflazione in queste nazioni rafforza il suo appeal.

Infine, l’interesse da parte di fondi di investimento e banche centrali contribuisce a sostenere i prezzi.
Molte banche centrali stanno diversificando le loro riserve valutarie, includendo oro per ridurre la dipendenza dal dollaro statunitense e proteggere i loro portafogli dalle fluttuazioni dei mercati valutari.
L’oro, in questo contesto, diventa uno strumento di politica monetaria e di gestione del rischio.

La sostenibilità di questo rally dipenderà dall’evoluzione dei fattori che lo hanno innescato.
Un calo delle tensioni geopolitiche, un raffreddamento definitivo dell’inflazione o un aumento dei tassi di interesse potrebbero innescare una correzione.

Tuttavia, la resilienza che l’oro sta dimostrando riflette la sua posizione consolidata come asset di rifugio e riserva di valore in un mondo sempre più incerto.

Il nuovo picco di 4.200 dollari l’oncia non è un evento isolato, ma un sintomo di un cambiamento strutturale nel panorama economico globale.

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