I segretari territoriali delle organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm, Valerio D’Alò, Loris Scarpa e Guglielmo Gambardella, hanno formalmente richiesto al Ministero del Lavoro una rimodulazione dei tempi relativi alla discussione in corso sulla cassa integrazione straordinaria.
L’appuntamento, attualmente fissato per il 24 settembre, è stato posticipato, auspicando che si svolga dopo il cruciale incontro che le segreterie nazionali dei sindacati metalmeccanici hanno già programmato presso Palazzo Chigi.
La motivazione di questa richiesta è profondamente radicata nella complessità e nell’incertezza che avvolgono il futuro degli asset precedentemente appartenenti all’acciaieria Ilva.
La scadenza imminente del bando di gara in atto rappresenta un momento di svolta, un punto di non ritorno che determinerà il percorso e la destinazione di un’eredità industriale pesante e controversa.
La necessità di rimandare l’incontro sulla cassa integrazione deriva dalla consapevolezza che una decisione affrettata in questa fase, senza una visione d’insieme chiara, rischia di compromettere la sostenibilità delle misure di sostegno al reddito per i lavoratori coinvolti.
La cassa integrazione straordinaria, infatti, non è un mero strumento di gestione dell’emergenza, ma un elemento cruciale per la transizione verso un nuovo modello industriale, capace di garantire la continuità occupazionale e la riqualificazione professionale.
La richiesta dei sindacati riflette una preoccupazione profonda per il futuro del territorio, strettamente legato alla sopravvivenza dell’industria siderurgica.
La riqualificazione degli asset Ilva non può essere considerata solo da un punto di vista economico, ma deve tenere conto anche delle implicazioni sociali e ambientali, coinvolgendo attivamente tutti gli stakeholders: lavoratori, sindacati, istituzioni, imprese e comunità locali.
Il vertice a Palazzo Chigi assume quindi un ruolo strategico, poiché dovrebbe fornire elementi di chiarezza sulle intenzioni del governo e sulle prospettive di sviluppo per l’area.
I sindacati auspicano che questo incontro permetta di definire un quadro normativo e finanziario stabile, in grado di favorire investimenti a lungo termine, la creazione di nuovi posti di lavoro e la promozione di una filiera siderurgica competitiva e sostenibile.
Solo in questo modo si potrà evitare un ulteriore impoverimento del territorio e garantire un futuro dignitoso per i lavoratori e le loro famiglie.
La rimodulazione dei tempi è dunque un atto di responsabilità, volto a preservare la possibilità di costruire un futuro migliore per l’area ex Ilva.