Arezzo, culla di una rivoluzione musicale che ha plasmato la cultura occidentale, celebra il millenario del contributo inestimabile di Guido Monaco, figura storica e intellettuale divenuta leggenda.
La mostra “Con gli occhi della città”, promossa dalla Fraternità dei Laici e curata da un team di esimi studiosi, offre al pubblico una rara e preziosa finestra sul genio di Guido d’Arezzo, nato a Talla nel Casentino e formatosi in questa città che ne ha visto la nascita di un metodo di scrittura musicale destinato a cambiare per sempre il panorama della musica.
L’iniziativa, aperta fino al 28 febbraio, non è semplicemente una retrospettiva sulla vita e le opere di Guido Monaco, ma un’immersione nel contesto storico e culturale che ne ha permesso la fioritura.
Attraverso un corpus di circa venti frammenti e codici medievali, provenienti dall’Archivio Diocesano e Capitolare, dall’Archivio di Stato e dalla Biblioteca Città di Arezzo, la mostra traccia un percorso intellettuale che dalla tradizione alla rottura, dall’osservazione empirica all’innovazione teorica.
L’importanza di Guido d’Arezzo risiede nella sua capacità di trascendere i limiti della notazione neumatica, un sistema basato su simboli astratti che rendeva la trasmissione e la comprensione della musica un’operazione complessa e spesso inaccessibile.
La sua invenzione del rigo, con le sue linee orizzontali e i salti verticali che indicano l’altezza delle note, ha introdotto un sistema di riferimento visivo e geometrico che ha permesso una standardizzazione e una maggiore precisione nella scrittura musicale.
La mostra non si limita a esporre i risultati di questa rivoluzione, ma ne illumina il processo evolutivo.
Manoscritti che presentano la notazione neumatica, esempi precoci del sistema guidoniano e le successive evoluzioni verso la notazione quadrata, disposti su tetragramma, illustrano concretamente le trasformazioni che hanno reso possibile il passaggio alla scrittura musicale moderna.
I visitatori sono così invitati a confrontarsi direttamente con i documenti storici e a comprendere le ragioni del cambiamento.
“Vogliamo recuperare e valorizzare la figura di Guido d’Arezzo come simbolo identitario,” afferma Pierluigi Rossi, primo Rettore della Fraternità dei Laici.
La mostra, frutto di anni di ricerca accademica, storica e musicologica, si propone di rendere accessibili al grande pubblico le conoscenze specialistiche attraverso un linguaggio chiaro e coinvolgente, arricchito da video esplicativi, pannelli didattici e commenti illuminanti.
“Con gli occhi della città” è un viaggio affascinante nella storia della notazione musicale e un omaggio a un genio aretino che ha lasciato un’impronta indelebile sulla cultura occidentale.






