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Ferragosto al Gigli: sciopero e protesta per diritti e lavoro dignitoso

## Ferragosto al Gigli: un grido di protesta tra diritti e precarietàUn segnale forte e unitario si leva da Campi Bisenzio: Filcams Cgil, Uiltucs Toscana e Fisascat Cisl hanno indetto uno sciopero a oltranza per il 15 agosto, in risposta all’apertura prevista nel centro commerciale I Gigli.

La decisione, lungi dall’essere una semplice contestazione di una giornata festiva, rappresenta una denuncia profonda delle dinamiche lavorative e delle priorità economiche che permeano il settore commerciale.

L’apertura di Ferragosto, in un contesto come quello dei Gigli, non può essere interpretata come un’iniziativa volta a garantire un servizio alla collettività o a valorizzare il ruolo sociale del commercio.
Al contrario, si configura come un’imposizione che sacrifica il diritto al riposo e alla dignità dei lavoratori sull’altare di un profitto illusorio e spesso effimero.
L’esperienza accumulata dimostra che simili aperture non generano un incremento significativo delle vendite, né creano nuove opportunità di lavoro, ma anzi alimentano una spirale di precarietà e instabilità contrattuale.
La decisione dei sindacati è stata ulteriormente rafforzata da un atto gravissimo: un licenziamento ingiustificato verificatosi all’interno dei Gigli, ad opera di Ovs.
Un gesto che non può essere considerato un mero atto isolato, ma che rivela una logica di sfruttamento e di svalutazione del lavoro, inaccettabile e da condannare.
La protesta si rivolge a tutti i lavoratori, senza distinzione di settore, coinvolgendo attività commerciali, turistiche e di altro tipo presenti nel centro commerciale.
L’obiettivo è chiaro: affermare la priorità dei diritti dei lavoratori rispetto alla mera ricerca del profitto.
La festa, il riposo, la dignità: questi i valori da difendere.

Non si tratta di negare il valore intrinseco del commercio e della sua capacità di aggregazione, ma di rivendicare un modello più equo e sostenibile, che metta al centro il benessere dei lavoratori e la qualità del lavoro, non solo i numeri del bilancio.
Lo sciopero del 15 agosto è un monito: la festa non può essere un mero prodotto di consumo, e il lavoro non può essere ridotto a una merce da sacrificare sull’altare del profitto.

Si tratta di scegliere, con fermezza, da che parte si sta.

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