Sulle pendici del Monte Cucco, nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano, dove la roccia calcarea dialoga con un paesaggio aspro e silente, la viticoltura si eleva a un’arte audace, sfidando la gravità e le convenzioni. A ottocento metri di altitudine, in un contesto di viticoltura eroica certificata, si erge la Cantina Semonte di Gubbio, custode di una storia antica e custode di un futuro scintillante. Qui nasce Battista, uno spumante Metodo Classico che incarna l’identità dell’azienda e rappresenta un’ambiziosa rivisitazione dell’eccellenza enologica umbra.Il racconto prende avvio nel 2008, quando Giovanni Colaiacovo, giovane imprenditore proveniente da una famiglia storicamente legata all’industria del cemento, intraprende un percorso innovativo. L’obiettivo era riscoprire un capitolo dimenticato della storia locale: la coltivazione del Nebbiolo, introdotto a Gubbio dai funzionari sabaudi nel periodo immediatamente successivo all’Unità d’Italia, attratti dalle sorprendenti analogie tra i terreni umbri e quelli piemontesi.La sfida si è concretizzata nella scelta di terreni particolarmente impervi, in una progressiva ascesa fino agli 800 metri sul livello del mare, dove Chardonnay e Pinot Nero trovano l’habitat ideale per esprimere il loro potenziale. Il riconoscimento del Cervim, che attesta la natura eroica della produzione, sottolinea l’impegno e la passione di un’azienda che ha saputo coniugare tradizione e innovazione.Il progetto si arricchisce di una solida base scientifica, grazie alla collaborazione con l’Università di Milano, che ha dato vita al progetto “Spume – Spumantistica Eugubina”. Questa iniziativa ha permesso di realizzare una mappa dettagliata dei territori umbri più vocati alla spumantizzazione, evidenziando come l’Appennino centrale, in particolare la sua sezione umbro-marchigiana, offra condizioni ambientali uniche. L’auspicio è che questo percorso possa ispirare anche altri produttori, aprendo nuove prospettive per l’intero settore.Per l’enologo Filippo Rossetti, la viticoltura in alta quota rappresenta una sfida complessa, un dialogo continuo con la natura. Il microclima, caratterizzato da un ambiente boschivo e da escursioni termiche notturne significative, rallenta la maturazione delle uve, ma ne preserva l’acidità e i parametri ideali. Le temperature, che scendono sotto i 10 gradi già alla fine di agosto, offrono una preziosa protezione contro lo stress idrico e le scottature, un fattore cruciale nell’era del cambiamento climatico.Battista è solo l’inizio di un percorso più ampio, un progetto volto a creare riserve di altissima qualità, affinate in barrique e con lunghi periodi di sboccatura. La visione è quella di dare all’Alta Umbria una nuova identità vitivinicola, un territorio capace di raccontare la sua storia attraverso la magia delle bollicine, un inno alla resilienza e alla bellezza di un paesaggio unico al mondo. L’ambizione è di creare un simbolo di eccellenza che celebri la forza della tradizione e l’audacia dell’innovazione, proiettando l’Umbria nel panorama enologico internazionale con una nuova, scintillante luce.