La viticoltura ligure si presenta con un quadro di sostanziale continuità produttiva per l’annata 2025, delineato da un’analisi congiunta di Assoenologi, Unione Italiana Vini (UIV) e ISMEA, supportata dal Ministero dell’Agricoltura e delle Regioni. Le previsioni indicano una produzione stimata in circa 41.000 ettolitri, un dato analogo a quello registrato nel 2024 e leggermente inferiore alla media quinquennale che si attesta sui 42.000 ettolitri. Questa leggera contrazione, sebbene non drammatica, riflette le sfide che la viticoltura regionale, e più in generale italiana, si trova ad affrontare in un contesto climatico in rapida evoluzione.L’annata 2025 si colloca nel più ampio scenario della produzione vinaria italiana, che, contrariamente alla Liguria, proietta un segnale di ripresa. Le stime preliminari indicano un aumento complessivo della produzione nazionale dell’8% rispetto all’annata precedente, riportando i volumi in linea con le medie pluriennali, dopo due anni segnati da raccolti particolarmente scarsi, con incrementi rispettivamente del 2% nel 2024 e del 2% nel 2025. Questa dinamica suggerisce una graduale stabilizzazione del settore, dopo periodi di significativa incertezza.Il primato produttivo italiano, con circa 55 milioni di ettolitri previsti per il 2025, consolida il ruolo del nostro paese come leader indiscusso nel panorama vitivinicolo mondiale. Questo primato, tuttavia, si confronta con la solida concorrenza di Francia, che si attesta sui 37,4 milioni di ettolitri, e Spagna, con i suoi 36,8 milioni di ettolitri. La competizione tra questi tre paesi, tutti accomunati da una ricchissima tradizione e da un impegno costante verso l’innovazione, stimola lo sviluppo di pratiche agricole sostenibili e di tecniche di vinificazione all’avanguardia.L’analisi più approfondita evidenzia come la variabilità climatica, l’aumento dei costi di produzione e le dinamiche di mercato globali siano fattori cruciali che influenzano la viticoltura contemporanea. La Liguria, con le sue peculiarità territoriali e la sua produzione di vini DOC e DOCG, necessita di strategie mirate per affrontare queste sfide, promuovendo la valorizzazione dei vitigni autoctoni, l’agricoltura biologica e la sostenibilità ambientale. La resilienza del settore vitivinicolo ligure dipende dalla capacità di adattamento e dall’investimento in ricerca e sviluppo, per garantire la continuità di una tradizione millenaria e la qualità dei suoi prodotti.