venerdì 8 Agosto 2025
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Armi a Genova: Indagine sul Cargo Saudita e Dubbi sulla Legge 185

Il porto di Genova è al centro di un’indagine giudiziaria di crescente complessità, innescata dalla scoperta di un carico di armamenti e veicoli militari cingolati a bordo della nave cargo saudita *Bahri Yanbu*.
La Procura, guidata dal procuratore aggiunto Federico Manotti, ha formalmente avviato un fascicolo mirato a chiarire le circostanze e le responsabilità legate all’ingresso e al transito della nave, sollevando interrogativi significativi sulla conformità alle normative italiane ed internazionali in materia di commercio e trasporto di armi.
L’indagine, delegata alla Digos e alla Capitaneria di Porto, è scaturita da un esposto presentato dal sindacato USB, che ha espresso seri dubbi sulla potenziale violazione della Legge 185 del 1990.
Questa legge, pilastro normativo che disciplina il transito di armi attraverso i porti italiani, prevede rigidi controlli e autorizzazioni, con l’obiettivo di prevenire la proliferazione illegale di armamenti e garantire la sicurezza nazionale.

L’evento non si limita a una semplice irregolarità burocratica.

La presenza di armamenti e mezzi militari cingolati a bordo di una nave mercantile saudita implica un’analisi approfondita delle rotte commerciali, dei destinatari finali e delle motivazioni alla base del trasporto.

Si pone, infatti, la questione cruciale di quale fosse la destinazione pianificata per il carico e se fosse stata ottenuta la dovuta autorizzazione per il transito attraverso il porto di Genova.

L’indagine potrebbe estendersi a coinvolgere non solo la compagnia armatrice *Bahri*, ma anche le autorità saudite coinvolte nell’organizzazione del carico, le agenzie governative italiane responsabili dei controlli doganali e le eventuali società di spedizioni che hanno gestito la logistica del trasporto.

Il caso *Bahri Yanbu* apre un dibattito più ampio sull’efficacia dei meccanismi di controllo del commercio di armi e sulla necessità di rafforzare la cooperazione internazionale per contrastare il traffico illegale di armi.
La Legge 185/90, pur essendo un punto di riferimento importante, potrebbe necessitare di una revisione alla luce delle nuove sfide poste dalla globalizzazione e dalle dinamiche geopolitiche attuali, che vedono un incremento dei conflitti regionali e un costante rischio di destabilizzazione.

Inoltre, l’episodio solleva questioni legate alla trasparenza delle operazioni portuali e al ruolo dei sindacati nel segnalare potenziali irregolarità.

L’intervento dell’USB ha contribuito a portare alla luce una situazione che, altrimenti, avrebbe potuto rimanere nell’ombra, sottolineando l’importanza del controllo sociale e del diritto di segnalazione di comportamenti sospetti.

L’indagine sarà fondamentale per accertare se ci siano state omissioni, negligenze o, peggio, complicità che abbiano permesso a un carico di armamenti di transitare senza i dovuti controlli, mettendo a rischio la sicurezza nazionale e l’immagine dell’Italia come paese rispettoso delle normative internazionali.

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