L’immagine del diportista italiano, lungi dall’essere quella di un giovane avventuriero, si rivela un affresco demografico complesso e in evoluzione, delineato da un recente studio realizzato dall’Osservatorio Nautico Nazionale di Confindustria Nautica.
L’analisi, una delle prime a livello europeo, svela un panorama caratterizzato da una prevalenza di età avanzata e da una distribuzione geografica non uniforme, con implicazioni significative per il futuro del settore nautico.
L’età media del proprietario di imbarcazione si attesta ben al di sopra della soglia dei cinquant’anni, con una concentrazione demografica tra i sessant’anni e i settantacinque.
Questa tendenza, che vede solo il 4% dei diportisti al di sotto dei quarant’anni, contrasta con la dinamicità che si riscontra tra i visitatori del Salone Nautico, dove la percentuale under 40 raggiunge il 25%, suggerendo una potenziale frattura generazionale e l’importanza di strategie mirate per attrarre nuove leve.
La presenza femminile, seppur ancora minoritaria (13%), offre un interessante spunto di riflessione: le donne diportiste tendono ad essere più giovani di circa un decennio rispetto ai colleghi uomini, indicando forse una maggiore apertura e un approccio diverso alla nautica.
L’analisi rivela inoltre una correlazione tra aree geografiche e tipologie di imbarcazioni.
La passione per la vela si concentra principalmente nel nord del Paese, con una forte presenza nelle regioni del nord-est e del nord-ovest.
Il nord-est si distingue come area geografica con la più alta concentrazione di proprietari di imbarcazioni, contribuendo da solo per il 25% del totale nazionale.
In contrasto, il Mezzogiorno presenta una rappresentanza più limitata, segnando solo il 20% del totale.
Il Centro Italia e il Nord Ovest si attestano rispettivamente al 24% e al 21%.
Questa frammentazione territoriale suggerisce una varietà di fattori socio-economici e culturali che influenzano la diffusione della nautica in diverse regioni italiane.
Parallelamente all’invecchiamento della popolazione diportista, anche il parco imbarcazioni riflette una tendenza alla maturità, con il 35% delle imbarcazioni che superano i 25 anni di età.
Questo dato, unitamente alla prevalenza di un target di età avanzata, pone interrogativi sull’innovazione tecnologica, la sostenibilità e l’adattamento delle imbarcazioni alle nuove esigenze del mercato.
È evidente la necessità di investire in iniziative di sensibilizzazione e formazione rivolte alle nuove generazioni, al fine di garantire la continuità e la vitalità del settore nautico italiano, promuovendo al contempo l’adozione di pratiche più sostenibili e l’integrazione di nuove tecnologie.
Il ruolo del Salone Nautico Internazionale di Genova, in questo contesto, si configura come un importante veicolo di promozione e cambiamento, capace di attrarre nuovi appassionati e di orientare il settore verso un futuro più giovane e dinamico.