Nell’ambito di un percorso di dialogo aperto e partecipativo con la cittadinanza, Area Dg ha inaugurato a Genova una settimana di incontri incentrata sui temi cruciali dei diritti, della giustizia e delle sfide che ne compromettono l’effettività.
L’iniziativa, culminata con il congresso dell’associazione (10-12 ottobre) e arricchita dalla presenza di figure di rilievo come il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, Elly Schlein, Giuseppe Conte e Maurizio Landini, mira a stimolare una riflessione collettiva e consapevole, essenziale in un momento storico caratterizzato da crescenti tensioni e interrogativi.
Al centro del primo incontro si è posta la riforma ministeriale promossa da Nordio, interpretata da Area Dg come un tentativo fallace e potenzialmente dannoso.
Lungi dall’accelerare i processi o renderli più equi, la riforma rischia di creare un pericoloso squilibrio di potere, sottraendo autonomia ai magistrati inquirenti e ponendoli sotto l’influenza delle maggioranze politiche di turno, indipendentemente dalla loro orientamento ideologico.
Come evidenziato dal segretario di Areadg, Giovanni Zaccaro, ex membro del CSM e giudice a Bari, il rischio concreto è che il risultato delle elezioni determini non solo chi governa, ma anche chi viene processato, compromettendo irrimediabilmente i principi fondamentali dello stato di diritto.
La scelta di Genova come sede di questo importante dibattito non è casuale.
La città, medaglia d’oro della Resistenza, incarna valori di indipendenza e coraggio civile.
La sua storia recente è segnata da attacchi alla giurisdizione, come dimostra la vicenda dei magistrati che hanno indagato e processato l’ex presidente della Regione, Giovanni Toti.
Area Dg difende con fermezza il diritto dei magistrati di svolgere il loro lavoro con indipendenza e professionalità, rifiutando ogni forma di delegittimazione e attacco personale.
Inoltre, Genova, porta di partenza per l’emigrazione verso il Sud America, rappresenta un monito a non dimenticare le radici storiche dell’Italia, oggi Paese di immigrazione.
Un sondaggio realizzato da BiDiMedia ha offerto un’ulteriore luce su questo complesso scenario.
I risultati hanno rivelato una percezione diffusa tra i cittadini che la riforma ministeriale sia finalizzata al controllo della magistratura.
Nonostante anni di campagne denigratorie, l’opinione pubblica sembra essere cosciente del vero obiettivo: limitare l’autonomia giudiziaria.
Particolare preoccupazione è suscitata dalla possibile perdita, sia formale che sostanziale, della guida della polizia giudiziaria da parte dei magistrati, con il conseguente rischio che le forze dell’ordine rispondano a ministeri diversi dai pubblici ministeri, replicando dinamiche proprie del sistema giudiziario statunitense.
Questo scenario minaccia l’integrità del sistema, erodendo la separazione dei poteri e compromettendo il diritto alla giustizia per tutti.
L’iniziativa di Area Dg si propone quindi come uno stimolo a un’approfondita riflessione e ad azioni concrete volte a preservare l’indipendenza e l’efficacia della magistratura, pilastro fondamentale della democrazia.