Baustelle a Sanremo: Premio Tenco, riflessioni e un’eredità musicale

Al Teatro Ariston, palcoscenico tradizionalmente legato alla formula canora più accessibile, si è respirata ieri sera un’aria diversa, densa di riflessioni e significato.

La seconda edizione del Premio Tenco 2025 ha visto la celebrazione dei Baustelle, un atto di riconoscimento che va ben oltre il semplice encomio a una band.
Il Premio, conferito alla carriera, consacra un gruppo che ha saputo, nel corso di venticinque anni di attività, plasmare il panorama della canzone d’autore italiana, intessendo una narrazione sonora capace di catturare l’essenza di una generazione sospesa tra l’illusione del benessere e il disincanto esistenziale.

Francesco Bianconi, anima e voce dei Baustelle, ha offerto spunti di riflessione che hanno superato la retorica celebrativa.
Il tempo, inevitabile compagno di ogni percorso artistico, è stato affrontato con un atteggiamento di accettazione serena, un invito a non fossilizzarsi nel passato ma a lasciarsi guidare dall’evoluzione interiore.
“Ogni fase della vita porta con sé una nuova prospettiva,” ha dichiarato, sottolineando come la musica, come specchio dell’anima, si trasformi e si arricchisca di significati nuovi.

L’indipendenza creativa, la libertà artistica, si è affermata come un principio cardine nell’approccio dei Baustelle.
Una scelta che, lungi dall’essere un capriccio, si è rivelata una forma di rispetto verso la musica stessa e verso il pubblico.
“Abbiamo sempre seguito la nostra visione,” ha spiegato Bianconi, “anche quando questa si scontrava con le logiche commerciali.

” Un atto di coerenza che ha permesso alla band di costruire un percorso autentico, un ponte tra l’underground e il mainstream, superando le dicotomie tradizionali.
La passione originaria di Bianconi, nata dalla vocazione alla scrittura e al racconto, emerge come linfa vitale della produzione artistica dei Baustelle.
Il desiderio di tradurre in musica emozioni e sentimenti, di fondere parola e melodia, si è rivelato il motore di un’evoluzione continua.

“Da ragazzo volevo fare lo scrittore o il giornalista,” ha ricordato, sottolineando come la narrazione rimanga il cuore pulsante della loro ricerca sonora.
Bianconi ha anche riflettuto sul ruolo dei Baustelle nel contesto della scena musicale italiana, assumendo un atteggiamento di umiltà e responsabilità di fronte all’influenza esercitata sui giovani artisti.

“Quando i giovani dicono di essersi ispirati a noi, mi fa piacere, ma è anche una responsabilità.

” La band ha contribuito a creare un’alternativa alla produzione pop standardizzata, offrendo una profondità emotiva e un’originalità che hanno ispirato intere generazioni.

La performance all’Ariston, caratterizzata da una raffinata rielaborazione da camera di alcuni dei brani più significativi, ha rappresentato un’ulteriore tappa in questo percorso di ricerca e innovazione.

La scelta di accompagnarsi a un quartetto d’archi ha conferito alla musica una nuova dimensione, esaltandone la bellezza intrinseca e la capacità di emozionare.

Un omaggio alla storia della band, una sintesi del suo linguaggio, un invito a guardare al futuro con occhi nuovi.

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