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giovedì 6 Novembre 2025

Crisi di competenze: l’industria nautica italiana a secco di personale.

L’industria nautica italiana, dopo un’impennata di fatturato nel 2023, segnando un picco post-pandemico, si confronta oggi con una sfida strutturale cruciale: la carenza di personale qualificato.
Questa emergenza, sottolineata dal vicepresidente di Confindustria Nautica Fabio Planamente durante il Salone Nautico di Genova, va ben oltre la semplice mancanza di ingegneri navali; investe l’intera filiera, richiedendo un approccio sistemico per garantire la sostenibilità del settore.

Il boom di ordini, innescato dalla ripresa economica e dalla rinnovata attenzione al tempo libero in mare, ha accentuato una criticità preesistente: la difficoltà a reperire figure professionali con competenze specifiche.
Non si tratta solo di carpentieri o elettricisti, ma di un ventaglio ampio di mestieri, spesso dimenticati o considerati meno attraenti dalle nuove generazioni.
La domanda di falegnami esperti, capaci di lavorare con legni pregiati e in condizioni di spazio limitato, di montatori in grado di installare motori complessi e impianti sofisticati, è pressante.
L’esigenza non si limita all’impiantistica marina, ma si estende alla competenza nella gestione di sistemi analoghi a quelli domestici, ma adattati alle peculiarità dell’ambiente nautico: sistemi di climatizzazione, domotica, sicurezza, connettività.

Questo richiede una capacità di problem-solving elevata e una conoscenza approfondita dei materiali e delle tecniche costruttive.
Confindustria Nautica sta affrontando questa problematica con un’iniziativa strategica: la collaborazione con gli ITS (Istituti Tecnici Superiori).

L’obiettivo è quello di creare un solido bacino di talenti, formandoli in modo mirato per rispondere alle specifiche esigenze del settore.

Il percorso formativo, della durata di cinque anni, mira a fornire le competenze teoriche e pratiche necessarie per l’inserimento diretto nel mondo del lavoro.
Questa scelta rappresenta un investimento nel futuro dell’industria nautica italiana, riconoscendo che la competitività non dipende solo dall’innovazione tecnologica e dal design, ma anche, e soprattutto, dalla capacità di contare su personale qualificato e motivato.

Il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità di attrarre giovani talenti, offrendo loro percorsi formativi stimolanti e prospettive di carriera concrete, valorizzando il ruolo del “fare con le mani” e promuovendo l’orgoglio di appartenere a un settore che continua a rappresentare un’eccellenza italiana nel mondo.

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