16 gennaio 2024 – 18:12
La mobilità sanitaria interregionale in Italia continua ad aumentare in modo significativo, con un valore record di 4,25 miliardi di euro nel 2021. Questo rappresenta un incremento del 27% rispetto all’anno precedente, che è stato fortemente influenzato dall’emergenza pandemica Covid-19. Durante il 2020, infatti, si è registrata una netta riduzione degli spostamenti delle persone e dell’offerta di prestazioni ospedaliere e ambulatoriali.Le regioni che attraggono il maggior numero di pazienti provenienti da altre parti d’Italia sono l’Emilia-Romagna, la Lombardia e il Veneto, che insieme rappresentano il 93,3% del saldo attivo. Al contrario, le regioni con il saldo passivo più elevato (cioè quelle in cui i pazienti tendono a spostarsi verso altre regioni) sono la Calabria, la Campania, la Sicilia, il Lazio, la Puglia e l’Abruzzo.Questi dati emergono dal report sulla mobilità sanitaria 2021 pubblicato dalla Fondazione Gimbe. È interessante notare come la pandemia abbia influenzato non solo i flussi migratori internazionali, ma anche quelli interni al paese. La necessità di cure mediche specialistiche o di strutture ospedaliere più avanzate sembra spingere sempre più persone a cercare assistenza al di fuori della propria regione di residenza.Questo fenomeno solleva alcune questioni importanti riguardanti l’equità nell’accesso alle cure sanitarie. Mentre alcune regioni beneficiano di un saldo attivo, che porta risorse economiche e professionalità specializzate, altre si trovano a dover far fronte a una fuga di pazienti e alle relative conseguenze finanziarie.È necessario studiare attentamente questa tendenza e adottare politiche volte a garantire un accesso equo alle cure sanitarie in tutto il territorio nazionale. Solo così si potranno ridurre le disuguaglianze e garantire un sistema sanitario efficiente ed efficace per tutti i cittadini italiani.