Il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino si prepara a riaprire: polemiche e speranze si scontrano.

08 marzo 2025 – 10:45

Il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino si prepara a riaprire le sue porte, immergendosi nuovamente nella vita pulsante di una città che sembra non accoglierlo a braccia aperte. Dopo due anni di chiusura dovuti a lavori di ristrutturazione post-rivolte, finalmente è stata individuata la data tanto attesa: il 24 marzo. Inizialmente prevista per novembre con una capacità ridotta a 70 posti, la riapertura avviene ora quattro mesi dopo, con pareti fresche di pittura e arredi nuovi di zecca. Negli ultimi tempi sono stati ultimati gli ultimi dettagli, dall’installazione delle telecamere all’impianto anti-incendio fino alla cura del verde circostante.Il Prefetto Donato Cafagna, dopo un recente sopralluogo, non conferma ancora ufficialmente la data ma dichiara che si sta lavorando intensamente per garantire un avvio senza intoppi. La gestione del centro è stata affidata alla cooperativa Sanitalia, scelta che ha scatenato aspre polemiche e proteste da parte della Rete contro i Cpr, composta da cittadini comuni, sindacati e enti del terzo settore. Il loro grido d’allarme è chiaro: nessun giovane dovrebbe perdere la vita in istituzioni statali come questa.La vicenda tragica legata al giovane Moussa Balde, deceduto per suicidio mentre era detenuto nel Cpr di Torino a causa della sua situazione amministrativa precaria dopo un’aggressione a Ventimiglia, ha acceso i riflettori sull’importanza di garantire condizioni umane e dignitose all’interno di queste strutture. Le polemiche politiche e le divisioni ideologiche hanno contrapposto chi difende l’esistenza stessa del Cpr come strumento necessario per il controllo dell’immigrazione irregolare e chi invece lo condanna come luogo in cui i diritti fondamentali vengono calpestati.Mentre Francesca Troise della Rete torinese contro i Cpr ribadisce la necessità di abolire tali istituti statali dove giovani rischiano la vita, Pietro Di Lorenzo del Siap esprime piena soddisfazione per la prossima riapertura del Centro sottolineando come le critiche mosse siano frutto di pregiudizi ideologici superati. La discussione attorno al Cpr rimane aperta e divisiva, evidenziando una società in cerca di soluzioni equilibrate tra sicurezza pubblica e rispetto dei diritti umani.

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