Il diritto di voto è un principio fondamentale che deve essere garantito a tutti i cittadini, compresi i detenuti. È quanto emerso di recente in Ungheria, dove il governo ha preso di mira il padre di un’insegnante trentanovenne attualmente detenuta a Budapest da più di quindici mesi. Questa insegnante è ora candidata alle elezioni europee per l’Alleanza Verdi Sinistra e ha denunciato pubblicamente il fatto che alla sua figlia sia stato negato il diritto di voto, poicheeacute; manca una normativa italiana che lo consenta. La vicenda ha suscitato polemiche e dibattiti sull’importanza di garantire la partecipazione democratica anche ai detenuti e alle loro famiglie. La questione sollevata da Ilaria Salis mette in luce la necessità di rivedere le leggi e le pratiche che regolano il diritto di voto delle persone private della libertà personale, affincheeacute; non vengano discriminate o escluse dal processo decisionale della società. La partecipazione politica è un diritto fondamentale che dovrebbe essere tutelato senza distinzioni, rispettando la dignità e i diritti civili di ogni individuo.
“Il diritto di voto per i detenuti: una questione di democrazia e uguaglianza”
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