Nel silenzio della notte afghana, la giustizia sommaria ha scelto quattro destinatari ignari della sua vendetta pubblica. La data odierna segna un traguardo impietoso: il numero più alto di esecuzioni in un solo giorno dal ritorno al potere dei talebani, una dolorosa constatazione che sconvolge le coscienze e alimenta apprensione in tutto il mondo. Secondo quanto annuncia la Corte suprema di Kabul, tre uomini sono stati condannati per omicidio in precedenza. Le loro vite si sono poi consumate nelle province di Badghis, Nimroz e Farah nel corso di un evento traumatico che continua a lasciare il segno.La reazione internazionale è immediata e furente, come dimostrano le parole scritte dall’ufficio Onu per i diritti umani su X. Sono state utilizzate per esprimere la profonda sconforto causato dalle esecuzioni di quattro uomini avvenute questa mattina. Le autorità in carica, ora de facto padrone del potere, sono stati esortati a riflettere sulla loro azione impeditiva e a introdurre una moratoria alla pena di morte. È necessario ripensare allo stato delle cose per porre fine all’era della giustizia sommaria.Il mondo osserva con orrore le azioni che stanno scuotendo l’Afghanistan, chiedendosi se esiste ancora una speranza di un futuro migliore. Le autorità in carica dovrebbero ripensare alla loro attuale condotta, facendo della giustizia umana e non sommaria il cardine dei loro provvedimenti.In queste ore di incertezza, è necessario ricordare i diritti umani fondamentali che ogni individuo è destinato a godere. È tempo per le autorità in carica di porre fine alle esecuzioni e garantire la protezione delle persone da una morte improvvisa senza processo.La condanna internazionale aumenta, come testimoniano le parole degli osservatori che chiedono una moratoria alla pena di morte. È essenziale per l’Afghanistan ritrovare la via della giustizia umana e mettere fine allo stato di emergenza.I destini di quattro uomini sono stati tracciati con un’unica decisione, ma il mondo chiede aiuto: è necessario porre fine alla vendetta pubblica in nome della giustizia.
Il silenzio della notte afghana: la giustizia sommaria lascia dietro di sé un albo d’oro delle esecuzioni.
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