Il panorama economico delle piccole e medie imprese nel settore del commercio si prospetta sempre più difficile per il 2025, con un aumento stimato di ben 2,6 miliardi di euro nelle spese energetiche rispetto all’anno precedente. Questo incremento rappresenta una delle maggiori sfide per le imprese italiane, che già si trovano a dover affrontare costi energetici tra i più alti in Europa. L’aumento dei prezzi dell’energia registrato fin dall’inizio dell’anno segna un +32% rispetto al 2024 e addirittura un +50,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.Le conseguenze di questa tendenza si ripercuoteranno pesantemente sulle piccole attività commerciali, turistiche e di servizi, le quali vedranno un aumento medio di circa 1.300 euro annui nelle proprie bollette energetiche. In particolare, settori come i pubblici esercizi potrebbero dover destinarne fino all’8-10% del loro fatturato totale solo per coprire i costi energetici. Le imprese del commercio saranno le più colpite da questa situazione, con un previsto aumento di spesa intorno agli 800 milioni di euro rispetto all’anno precedente.Anche gli alberghi e i pubblici esercizi non saranno da meno, con costi aggiuntivi rispettivamente per 250 milioni e 450 milioni di euro. Il resto degli oneri finanziari (pari a 1,1 miliardi) sarà distribuito tra altri settori quali la logistica, i servizi alle imprese e altri comparti del terziario privato. Secondo le analisi condotte da Confesercenti, se non verrà attuata una politica efficace di contrasto a queste tensioni sui prezzi dell’energia, l’inflazione potrebbe superare il 2%, incidendo negativamente su una spesa familiare complessiva stimata intorno ai 9,6 miliardi di euro: una somma consistente che mette in evidenza l’impatto diretto che tali aumenti comportano sul bilancio delle famiglie italiane.
Impatto dell’aumento dei costi energetici sulle PMI italiane: sfide e prospettive per il 2025
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