Nel cuore di San Siro, tra le mura che hanno visto trionfare leggende del calcio, si è consumato uno scontro epico ma non sul terreno di gioco. La battaglia si è accesa tra la Lega Serie A e la Figc, due potenze che si fronteggiano in una lotta senza esclusione di colpi per imporre le proprie visioni e riforme nel mondo del pallone. Ma non è stato solo un duello istituzionale: il confronto tra il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha aggiunto ulteriore tensione all’aria già carica di rivalità.Tuttavia, ciò che ha veramente infiammato gli animi è stata la guerra intestina che ha scosso il mondo del calcio. Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, ha lanciato l’allarme sul “rischio di derive autoritarie” da parte dei vertici della Figc, scatenando una reazione a catena che ha coinvolto tutti gli attori principali. Le sue parole hanno fatto eco nella mente del numero uno della federazione, provocando un acceso dibattito che ha coinvolto anche Claudio Lotito, presente in veste di senatore alla commissione Cultura al Senato.Le accuse mosse da Gravina durante l’evento organizzato da Il Foglio a San Siro sono state nette e taglienti: “Ci sono soggetti che pensano di gestire il mondo del calcio a proprio piacimento. Mi riferisco a Lotito e al lotitismo”. Le fiamme della discordia hanno avvolto lo stadio milanese in un clima incandescente, dove le passioni e gli interessi si sono scontrati in un duello senza esclusione di colpi. Mentre il destino del calcio italiano pende sulla bilancia dell’incertezza, San Siro resta testimone silenzioso di una contesa che va ben oltre il semplice gioco sul campo.
“La guerra del calcio italiano: scontro tra poteri a San Siro”
Date: