La vita da grandi: quando il cinema racconta l’autismo con cuore.

La magia dei film sull’autismo: un viaggio dentro la mente e il cuore. Il cinema ha spesso utilizzato questo tema per raccontare storie emozionanti e toccanti, ma raramente si avventura nelle profondità della condizione autistica con sincerità e rispetto. Tuttavia, alcuni film hanno superato queste barriere ed esplorano la vera essenza delle persone con spettro autistico.’La vita da grandi’, l’esordio di Greta Scarano, è un esempio lampante di come questo tema possa essere trattato in modo autentico e coinvolgente. La storia segue Irene (Matilda De Angelis), una giovane donna che ritorna nella sua Rimini per prendersi cura del suo fratello maggiore Omar (Yuri Tuci, un attore realmente autistico), il quale sognava di diventare un gangsta-rapper e ha una profonda voglia di vita. Ma la vera bellezza della pellicola risiede nella sua capacità di affrontare la condizione autistica non solo come sfondo, ma anche come protagonista.Greta Scarano, regista e sceneggiatrice del film, ammette di aver studiato molto per evitare i cliché e di essersi ispirata a pellicole come ‘Il calamaro e la balena’ di Noah Baumbach e ‘Savage’ di Tamara Jenkins, che trattano temi squisitamente relazionali. Tuttavia, fu l’incontro con Damiano e Margherita Tercon (autori del libro ‘Mia sorella mi rompe le balle. Una storia di autismo normale’, edito da Mondadori) a far nascere la sua passione per questo progetto. La loro storia ispirò Scarano, facendo emergere il potenziale emotivo della stessa.La pellicola non si limita solo a raccontare la disabilità di Omar, ma esplora anche il suo modo di vedere il mondo e le difficoltà che presenta al confrontarsi con una sorella normale. Greta Scarano puntò a dare voce al personaggio di Omar, rendendo chiaro e forte il suo punto di vista.La storia di ‘La vita da grandi’ è un viaggio emotivo dentro la mente e il cuore delle persone con autismo. È una pellicola che ci spinge a riflettere sul modo in cui affrontiamo la disabilità, aprendoci ai punti di vista diversi senza fagocitare il tutto.Per la regista, era fondamentale trattare questo tema con rispetto e sincerità, evitando ogni forma di paternalismo. La storia è un contributo importante al dibattito sulla disabilità, esplorando non solo i problemi ma anche le qualità e le peculiarità dei personaggi con spettro autistico.Il film esce l’3 aprile su 01 e sarà presentato al Bifest, ma la sua vera vittoria sta nella capacità di trasformare un tema complesso in una storia emozionante e coinvolgente. È un invito a entrare nel mondo delle persone con autismo con rispetto e curiosità.

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