La Norvegia contemporanea, ma non solo lei, sta vivendo un mutamento radicale nei modelli di relazione tra le persone: quelli affettivi, sessuali e amicali stanno sperimentando una sorta di fuga dalle norme tradizionali che li regolavano. Questo è il tema centrale del film “Love” diretto da Dag Johan Haugerud, seconda parte di una trilogia che vuole esplorare nuove forme di intimità e connessione tra gli individui. Dal 17 aprile in sala con Wanted, questo film continua la riflessione iniziata con “Dreams”, già Orso d’oro a Berlino nel 2025, e “Sex” che arriverà nelle sale il 15 maggio sempre con Wanted.Nel film si intrecciano le storie di diverse persone, tutte alla ricerca di un senso della propria identità relazionale, di una forma di amore e connessione che non sia più vincolata alle convenzioni sociali. I protagonisti principali sono Marianne, una giovane urologa eterosessuale inquieta tra sesso e amore, e Tor, un infermiere omosessuale compassionevole e modernissimo che lavora nel suo stesso ospedale. La loro storia si snoda attraverso una serie di incontri casalinghi, che diventano sempre più intenso, fino a quando non si rendono conto della fluidità affettiva che li caratterizza.La loro vicenda è solo uno degli altrettanti fili conduttori di un tessuto narrativo complesso e multifacético. Un po’ come in una tragedia greca, i personaggi vengono presentati in un contesto teatrale, dove il tempo sembra non essere più scandito dalle regole del mondo reale, ma da quelle della loro immaginazione.Marianne e Tor si incontrano casualmente su un traghetto, lontani dal luogo di lavoro. In questo incontro casuale hanno la possibilità di esprimersi con franchezza, raccontandosi le loro storie, senza dover pensare alle convenzioni sociali che li vincolavano in precedenza.Il regista ci spiega come questo film sia, in molti versi, un’utopia: cerca infatti di raggiungere l’intimità sessuale e mentale con gli altri non più attraverso la conformità alle norme sociali che governano le relazioni. Questa è proprio l’opzione offerta da app come Tinder e Grindr.L’invenzione narrativa svolge un ruolo cruciale in questo processo: consente infatti di immaginare mondi possibili e mentalità alternative, permettendo alle persone di esprimersi e comportarsi in modi spesso insoliti. Questo serve da ispirazione per pensare in modi diversi nella vita reale.Il regista ci dice che la sua intenzione principale con “Love”, come con l’intera trilogia, è quella di far capire che è possibile immaginare nuovi modi di pensare e comportarsi. Queste varie sfumature d’amore e sesso vengono tutte dalle storie dei personaggi su temi come amore, vivere con qualcuno o soli, sposati o meno.Questa dialettica continua è una lotta portata avanti da persone comunque soddisfatte. È una delle ragioni per cui il film non può essere considerato un utopia semplicistico e rilassante, ma piuttosto un invito a pensare in modo diverso.La sessualità femminile è centrale nel film: infatti le donne stanno ancora combattendo per poter fare scelte riguardanti la loro sessualità e la vita sentimentale senza dover spiegarsi. Eppure proprio nella comunità omosessuale ci sono esperienze e pratiche che potrebbero offrire preziosi spunti di riflessione anche per la società in generale.Il regista spera che il suo film, come l’intera trilogia, possa essere un punto di partenza per una riflessione più profonda sulle nostre relazioni con gli altri e con noi stessi.
L’amore sfrenato in Norvegia, ma non solo, si libera dalle convenzioni
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