La memoria dell’eccidio di Pietransieri, una ferita ancora aperta nel tessuto sociale dell’Abruzzo, si intreccia oggi con le complessità burocratiche e legali che attanagliano l’ottenimento dei risarcimenti destinati agli eredi delle vittime. L’attesa, lungi dall’essere una semplice questione di tempistica, si configura come un fardello emotivo per una comunità ancora traumatizzata da quel tragico 21 novembre 1943.La sentenza della Corte d’Appello, pilastro fondamentale per il riconoscimento del diritto al risarcimento, ha ottenuto definitiva esecutività solo di recente. L’arco temporale di 180 giorni concesso al Ministero per l’erogazione dei fondi, sebbene definito come indicativo, amplifica l’incertezza e l’angoscia di chi rivendica giustizia per i propri cari. L’assicurazione fornita dall’avvocato Lucio Olivieri, che ha seguito la prima fase giudiziaria, tenta di infondere speranza, ma la realtà burocratica spesso si rivela ostinata.Il quadro finanziario si fa complesso: lo Stato italiano, in un gesto di responsabilità storica, sembra intenzionato a utilizzare risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), stanziando 60 milioni di euro per i risarcimenti relativi a tutti gli eccidi di guerra avvenuti nel Paese. Tuttavia, la questione del contributo tedesco, storicamente implicato nella tragedia, rimane irrisolta e carica di interrogativi. L’iniziativa del deputato Pd Luciano D’Alfonso, che ha preannunciato un’interrogazione parlamentare proprio su questo punto, sottolinea la necessità di una pressione diplomatica e politica per garantire la piena responsabilizzazione della Germania.L’eccidio di Pietransieri, un atto barbarico che strappò la vita a 128 innocenti, lascia un’eredità dolorosa. Donne, bambini al di sotto dei dieci anni, anziani, vittime di una violenza indiscriminata perpetrata da soldati nazisti, accusati di sostenere la lotta partigiana. Le testimonianze di Virgilia Macerelli e Pia Cocco, due superstiti ottantenne, sono custodi di un ricordo indelebile, un monito costante contro l’odio e la brutalità.I 15 milioni di euro destinati agli eredi rappresentano un tentativo di riparare, seppur parzialmente, una perdita irreparabile. Finora, il riconoscimento del risarcimento si è limitato al Comune di Roccaraso e a una porzione delle famiglie delle vittime. La recente pronuncia della Corte di Cassazione, che ha aperto la strada alla possibilità di richieste di risarcimento individuali, ha innescato una nuova ondata di rivendicazioni. 91 cittadini, ritenendo di essere stati esclusi dagli elenchi ufficiali, si sono costituiti in un nuovo fronte giudiziario, affidando la loro battaglia agli avvocati Aldo Di Ianni e Cristian Rucci. La loro azione giudiziaria solleva interrogativi cruciali sull’equità e la completezza del processo di risarcimento, evidenziando la necessità di una profonda riflessione sulla definizione di “vittime” e sull’impegno a non lasciare nessuno dimenticato. L’intera vicenda si configura come un complesso processo di ricostruzione della memoria collettiva e di ricerca di una giustizia che vada oltre i confini temporali e burocratici.
Pietransieri: Risarcimenti in Ritardo, Ferita Ancora Aperta
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