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Archi celebra Pichuco: Tango, Radici Abruzzesi e Memoria

Nel cuore dell’Abruzzo, ad Archi, piccolo scrigno di storia e tradizioni incastonato nella provincia di Chieti, si celebra un omaggio vibrante ad Aníbal Troilo, figura iconica del tango argentino, conosciuto artisticamente come Pichuco.
Il Pichuco Festival, un evento di profonda risonanza culturale, è il risultato dell’impegno dell’associazione di promozione sociale Pichuco and Friends, sostenuto dal Cram (Consiglio Regionale Abruzzese nel Mondo) e dall’amministrazione comunale, e si configura come un ponte tra due mondi, due identità.
La storia di Troilo è un racconto di migrazione e resilienza, un paradigma dell’esperienza italo-argentina.

Alla fine dell’Ottocento, i suoi nonni paterni, Quirino Troilo e Concezia, lasciarono Archi in cerca di opportunità e di una nuova esistenza nella caotica, promettente Buenos Aires, seguendo le orme di numerosi altri abruzzesi desiderosi di reinventarsi.

Le radici materne affondano nel fertile terreno di Agnone, nel Molise, con Marco Bagnoli Giaccio e Maria Raffaella Sammartino.
Aníbal, nato a Buenos Aires l’11 luglio 1914, incarna la sintesi di queste due storie, un legame indissolubile con la terra natia dei suoi avi.
Il suo bandoneon, strumento simbolo del tango, divenne la sua voce, capace di esprimere la malinconia, la passione e la complessità di un’epoca e di una cultura.

Troilo ha lasciato un’eredità musicale immensa, con 485 brani incisi e collaborazioni con i giganti del tango argentino, figure dominanti come Osvaldo Pugliese, Juan D’Arienzo e l’innovativo Astor Piazzolla, con cui condivise visioni e sperimentazioni.
Il festival si apre con una tavola rotonda, “Aníbal Troilo Pichuco: Mito, Musica e Origini”, un momento di riflessione e approfondimento che coinvolge Leonardo Porreca, presidente dell’associazione Pichuco and Friends, Francisco Alejandro Torné, nipote di Troilo, Daniela Fidanza, musicista e direttrice dell’orchestra Lo que vendrà, e Lia Giancristofaro, antropologa dell’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara.

I saluti istituzionali daranno il via a un percorso che esplora il contesto storico, le influenze artistiche e il significato culturale del bandoneonista.

A seguire, la musica prende il sopravvento con il concerto di Simone Marini e la Gran Tango, un viaggio emozionante nel cuore del genere musicale.
Maestri di tango argentino, come Gianluca Viola e Monica Chiavarini, Andrea Fischetti e Luisa Volpi, Fabian Braña e Daniela Scalabrini, Anastas Bullaci e Martina Cerasoli, offriranno esibizioni di danza che incantano e trasportano il pubblico.
La serata culmina con la presentazione del libro “Aníbal Troilo.
El bandonéon mayor de Buenos Aires” di Nicola Corona, un’analisi approfondita della vita e dell’opera del maestro, e con la suggestiva performance artistica “Danzando l’invisibile.
Viaggio tra Tango e Arte”, curata da Carla Cerbaso, che esplora le connessioni tra la danza, l’arte e l’anima del tango.
La milonga, con musica dal vivo di Simone Marini e la Gran Tango, e il tj Danilo Caravaggio, sigilla la serata con un’atmosfera di festa e tradizione.

A completamento del ricco programma, una mostra, “Toda una vida.
La musica, gli affetti e le passioni di Aníbal Troilo”, presenta materiale fotografico inedito, riproducendo l’esposizione del Museo Casa Carlos Gardel di Buenos Aires, offrendo uno sguardo intimo sulla vita del musicista.
Lo stand gastronomico “Le sfiziosità di Pichuco” invita a scoprire i sapori autentici di Archi e dell’Argentina, con empanadas, dolci abruzzesi e altre specialità locali, un ulteriore invito a celebrare la ricchezza culturale di un legame transoceanico.

Il festival si configura, dunque, come un’occasione unica per riscoprire un patrimonio musicale e umano di inestimabile valore, intrecciando storie di emigrazione, arte e identità.

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