San Valentino in Abruzzo Citeriore, 5 dicembre – Un’eredità visiva, un’eco di voci e tradizioni perdute, un’indagine intima sulla vita abruzzese del Novecento: questo è il lascito di Tonino Di Venanzio, fotografo autodidatta che, armato di una macchina fotografica costruita con le proprie mani, ha documentato con occhio acuto e poetico il tessuto sociale e culturale della sua terra.
La sua storia, intrecciata con quella di San Valentino in Abruzzo Citeriore, si celebra domani, 6 dicembre, con la nona edizione del prestigioso concorso fotografico nazionale che porta il suo nome.
L’iniziativa, nata nel 2015 dalla volontà della famiglia Di Venanzio, in collaborazione con l’associazione culturale omonima e l’amministrazione comunale, con il sostegno della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF), del Consiglio Regionale d’Abruzzo e del Comune di Pescara, si configura come un omaggio a un testimone privilegiato del cambiamento storico e antropologico che ha attraversato l’Abruzzo.
Un’occasione per riflettere sul valore della memoria, sull’importanza di preservare le radici e sul potere evocativo dell’immagine fotografica.
Quest’anno, il concorso ha riscosso un notevole successo, con la partecipazione di circa 300 fotografi che hanno presentato oltre 1.100 scatti.
Un’ampia selezione di opere sarà esposta durante la giornata, offrendo al pubblico un viaggio emozionante tra volti, paesaggi e momenti cruciali del passato.
Il riconoscimento speciale del “Fotografo dell’anno” sarà attribuito a Giovanni Bucci, figura di spicco nella fotografia abruzzese contemporanea, scrittore e autore di tre apprezzati libri fotografici.
Bucci, noto per il suo stile narrativo in bianco e nero e per la sua profonda sensibilità nel catturare l’autenticità di persone, comunità e territori, incarna lo spirito di Di Venanzio: un approccio fotografico che va oltre la mera rappresentazione, aspirando a cogliere l’essenza umana e la ricchezza culturale.
La sua capacità di instaurare un rapporto di profonda empatia con i soggetti ritratti, come testimonia il suo motto – “Per fotografare una persona devi avvicinarti sino a sentirne il battito del cuore” – lo rende un erede ideale del maestro Di Venanzio.
Alcune delle sue immagini più significative saranno protagoniste del Calendario Di Venanzio 2026, un’ulteriore testimonianza del suo talento e della sua connessione con la terra d’origine.
La serata culminerà con un intermezzo musicale offerto dal coro folkloristico locale “Sa’ Mmalindine”, e un commovente momento dedicato a Carlo Di Venanzio, figlio di Tonino e anima propulsore del concorso, per celebrare la sua visione e la sua profonda passione per la fotografia, concepita come un atto d’amore verso il proprio tempo e verso la propria terra.
La sua eredità continua a ispirare nuove generazioni di fotografi, mantenendo viva la memoria di un uomo che ha saputo raccontare l’Abruzzo con il cuore e con l’obiettivo.






