“L’Autostrada dell’Alta Valle: 30 anni di trasformazioni e impatti sulla vita quotidiana in Valle d’Aosta”

Date:

28 giugno 2024 – 21:01

L’evoluzione delle infrastrutture stradali nella Valle d’Aosta ha segnato profondamente la vita quotidiana dei suoi abitanti. Le lunghe code di tir lungo le vie principali durante gli scioperi dei camionisti sono ancora nitide nella memoria degli aostani, un ricordo che si mescola con l’immagine dei mezzi pesanti incastrati su ponti e tra le case dei borghi come Arvier e Villeneuve, prima dell’avvento delle nuove varianti che hanno spostato il traffico lontano dagli abitati.L’introduzione dell’autostrada dell’Alta Valle, che collega Aosta al traforo del Monte Bianco, ha rivoluzionato le dinamiche della circolazione stradale, riducendo notevolmente l’inquinamento e il caos causato dai giganti della strada e dal traffico internazionale. Basterebbe chiudere la tangenziale tra Aosta Est e Ovest per due giorni per far riemergere quei fastidiosi incolonnamenti, il rumore costante e le vibrazioni che erano all’ordine del giorno prima dell’avvento di quest’opera moderna.L’autostarada A5 nel tratto dell’Alta Valle festeggia quest’anno trenta anni dalla sua inaugurazione. Il primo tronco, che va dal casello di Aosta Ovest a Saint-Pierre a 602 metri di quota fino all’uscita di Morgex a 920 metri, è stato completato in sei anni di lavoro intenso dal 1988 al 1994. Questo importante snodo stradale gestito dalla Rav ha rappresentato una svolta per la viabilità locale, facilitando gli spostamenti e migliorando la qualità della vita per i residenti della regione.In un contesto in cui la mobilità sostenibile è sempre più al centro delle politiche urbanistiche, l’autostarada dell’Alta Valle si pone come un esempio virtuoso di come le infrastrutture moderne possano contribuire a ridurre l’impatto ambientale senza rinunciare alla necessaria connettività tra i centri abitati. La storia di questa autostrada racconta non solo lo sviluppo infrastrutturale della regione, ma anche il cambiamento radicale nelle abitudini di trasporto e nella percezione dello spazio pubblico da parte della comunità valdostana.

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