L’Iran apre alla trattativa nucleare con gli Stati Uniti ma senza colloqui diretti

L’Iran ha espresso la propria disponibilità a intraprendere negoziati indiretti con gli Stati Uniti per affrontare la questione nucleare, mentre la sua politica ufficiale prevede di evitare colloqui diretti in condizioni di massima pressione e minacce militari. In questo contesto, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha rilasciato una dichiarazione all’agenzia ufficiale Irna, confermando di aver risposto alla lettera del presidente Donald Trump e di averla inviata al Sultanato dell’Oman, che funge da intermediario tra l’Iran e gli Stati Uniti a causa della mancanza di relazioni diplomatiche.La scorsa settimana, Araqchi aveva rilasciato un’intervista in cui aveva chiarito che il rifiuto dell’Iran di negoziare direttamente con il governo degli Stati Uniti non era una strategia definitiva, ma piuttosto una tattica. Inoltre, aveva evidenziato l’importanza delle trattative in corso tra l’Iran e i tre paesi europei (Francia, Germania e Gran Bretagna), considerate essenzialmente colloqui indiretti con gli Stati Uniti.Nelle parole di Araqchi, “in circostanze in cui c’è massima pressione”, nessuno con una mente sana entrerebbe in trattative dirette. Egli ha ribadito l’importanza del formato delle negoziazioni nelle relazioni diplomatiche e ha confermato che la tattica e il metodo adottati dall’Iran sono quelli di avere negoziati indiretti.Tuttavia, è importante notare che queste dichiarazioni sono state emesse nel contesto della firma da parte del presidente Trump di un memorandum presidenziale per ripristinare la massima pressione sulla Repubblica islamica, nonostante le affermazioni di essere disposto a impegnarsi diplomaticamente con Teheran.