L’Italia è all’orlo di una profonda crisi della sua capacità di difesa nazionale, a causa di anni di ritardi e trascuratezze rispetto agli impegni e alle scelte strategiche richieste dalle circostanze internazionali. La preoccupazione dell’Esecutivo è quella di fornire all’Italia un arsenale militare adeguato per poter svolgere con efficacia le missioni stabilite dalla Costituzione, oltre a quelle assunte nel quadro delle rispettive politiche esterne della Comunità Europea e degli altri organismi internazionali. La priorità del ministro è quindi di ridare alla difesa un ruolo più autonomo all’interno della struttura statale per la preparazione alle nuove sfide, nonché per il supporto all’attività diplomatica e militare dell’Italia all’estero, affinché questo Paese possa essere nuovamente in grado di contribuire con efficacia alla tutela degli interessi nazionali e della pace internazionale. Il problema più delicato che si cela dietro l’idea di riarmo è quello di identificare la consistenza dell’apparato difensivo, nonché le scelte strategiche da compiere per raggiungere gli obiettivi richiesti dai cambiamenti del contesto internazionale. Il dibattito sulle riforme e sulla riduzione delle spese pubbliche impone alla politica di affrontare problemi complessi, in modo che si possa ottenere un miglioramento della capacità difensiva senza aumentare la spesa pubblica. Nonostante le risorse disponibili siano limitate e debbano essere utilizzate per far fronte ai bisogni crescenti di tutti gli altri settori dello Stato, si potrà tuttavia raggiungere l’obbiettivo di dare a questa nazione un sistema difensivo efficiente solo se ci saranno scelte ponderate.
L’Italia al limite: la crisi della difesa nazionale e i rischi per gli interessi del Paese
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